Si sblocca la situazione dopo 34 giorni di presidio per i 133 comuni montani della Sicilia e il comitato promotore della legge che, dopo essere stata approvata all’unanimità all’Ars a dicembre 2019, era in attesa di diventare legge in Senato.
I sindaci e gli amministratori delle zone avevano avviato la protesta nella speranza di ricevere ascolto. La legge prevede lo sviluppo per quelle zone marginali in Sicilia che faticano ad affacciarsi in maniera concreta nei mercatio di sviluppo ed economici.
La commissione ha convenuto che “pur trattandosi di una tematica che interessa – si legge nel verbale della seduta – differenti realtà territoriali ed economiche meritevoli di attenzione rispetto a strumenti di fiscalità privilegiata, sia opportuno in questa fase proseguire con l’esame del disegno di legge di iniziativa del consiglio regionale, dando priorità a tale proposta, potendo la commissione giovarsi dei contributi pervenuti e acquisiti nel corso della fase istruttoria. Si potrà quindi procedere con l’apertura di una fase di discussione generale”.
A tal proposito, il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, ha espresso felicità per la legge che finalmente andrà in discussione: “Ho appreso con soddisfazione che la commissione Finanze e Tesoro del Senato ha deciso di avviare la discussione generale per l’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia – ha dichiarato-, accogliendo il disegno di legge-voto approvato dall’Assemblea regionale siciliana”.
“L’ufficio di presidenza della commissione Finanze e Tesoro del Senato, allargato ai rappresentanti dei gruppi, ha giudicato la proposta meritevole di attenzione” ha concluso Micciché.
“A nome del comitato e dei 133 sindaci interessati esprimiamo gratitudine nei confronti della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, – dice Vincenzo Lapunzina coordinatore del comitato promotore – presieduta dal senatore Luciano D’Alfonso. Grazie anche ai presidenti Casellati e Miccichè che stanno seguendo da vicino l’iter legislativo. La notizia di oggi ci permette di guardare al futuro con fiducia. Continueremo a presidiare, insieme agli amministratori, lo svincolo di Irosa, certi che l’iter continuerà speditamente fino a potere sentire che la Camera approva la legge. La misura di politica economica proposta dal basso e coscienziosamente fatta propria dal Parlamento regionale non ha impedimenti. Continueremo a fare appello ogni giorno alla sensibilità dei nostri deputati e senatori, che attendiamo al presidio per condividere la battaglia di civiltà che parte dalle terre alte di Sicilia”.
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