Zen operazione Under square, famiglia arrestata per droga. Pizzini dal carcere. I carabinieri della Stazione di Palermo – San Filippo Neri hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di tre misure cautelari in carcere, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e una misura provvisoria di sicurezza della libertà vigilata, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un nucleo familiare dedito al traffico di sostanze stupefacenti.
Gli arrestati sono i fratelli Arizzi, Davide ed Antonj, di 26 e 27 anni, e Semire Ben Dhaou, di anni 22 anni. Misura cautelare dell’obbligo di firma per Carmelo Arizzi, di anni 59, Chiara Giuseppa Arizzi, 29 anni e Santa Lo Iacono, 56 enne. Per tutti viene contestato il reato di detenzione illecita di ingenti quantità di stupefacenti.
Dopo l’operazione Teseo già condotta dall’Arma allo Zen nel febbraio 2017 con l’arresto di 27 persone, l’indagine odierna, denominata Under square, ha ancora una volta fatto emergere una conduzione familiare del market della droga allo Zen.
Le attività investigative sono state avviate nell’aprile 2017, quando i militari hanno eseguito un arresto in flagranza di reato nei confronti di Davide Arizzi, trovando due chili di marijuana, 400 grammi di hashish e 18 grammi di cocaina, oltre a vario materiale necessario per il confezionamento in dosi, in un appartamento situato nei pressi della Stazione carabinieri all’interno dello Zen.
Da lì, l’inizio delle attività tecniche, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, grazie alle quali si sono ricostruiti gli assetti e le dinamiche criminali della famiglia. “A gestire il traffico illecito ed ad essere i reali possessori di tutta quella sostanza stupefacente, erano tutti i componenti della famiglia Arizzi”, dicono gli investigatori. “È progressivamente emerso – continuano gli inquirenti – come la famiglia Arizzi, con unico intento, abbia radicato i propri interessi nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, sfociando in una sorta di mini-market della droga a conduzione familiare in cui, ovviamente, ognuno aveva un ruolo che andava dal reperire fondi per l’acquisto all’ingrosso della stessa o per arrivare allo smercio vero e proprio eseguito anche con l’aiuto di soggetti estranei al nucleo familiare, come Ben Dhaou Semire”. Davide Arizzi, nonostante la detenzione al Pagliarelli, avrebbe tentato di dare ordini al fratello Antonij, impartendo “velate disposizioni allo scopo di far proseguire la coltivazione di piante di marijuana”.
I carabinieri all’interno di un cunicolo situato al di sotto di un padiglione dello Zen, di fianco alla loro caserma, hanno individuato una botola ricavata sul pavimento di un vano condominiale, che formava, per l’appunto, un passaggio sotterraneo di collegamento con il locale dove erano custodite ben 20 piante di marijuana dall’altezza di 1 metro circa, con lampade e reattori, impianti di condizionamento ed aspirazione e quant’altro necessaria per la coltivazione, oltre a 20 dosi di cocaina, circa 800 grammi di marijuana e quasi 1 kg e 500 grammi di hashish. Ed è proprio dal rinvenimento di questa piantagione di marijuana che l’indagine prende il nome: Under squadre.
Riscontri ed attività tecnica hanno permesso di risalire alla paternità anche di questa quantità di sostanza stupefacente, di cui tutti i familiari parlavano, specie i due fratelli. Uno dei riscontri emersi dall’attività è stato il rinvenimento di un pizzino sulla persona di Lo Iacono Santa, madre di Davide, “consegnatole fraudolentemente dal figlio detenuto in occasione di un colloquio in carcere”. Grazie alle informazioni in esso contenute i carabinieri guidati dal comandante provinciale Antonio Di Stasio hanno avuto modo di risalire alla grande quantità di stupefacente.
Ad aiutare i due fratelli Arizzi nell’attività di spaccio al dettaglio c’era Ben Dhaou Semire, 22 anni: il giovanissimo era un fedele collaboratore della famiglia Arizzi, legato da un rapporto di amicizia con i due fratelli, che ha dato il suo contributo nella coltivazione della piantagione e nel confezionamento in dosi. Nell’ultima fase dell’attività di indagine dei carabinieri è stata riscontrata la “pianificazione di una rapina, da parte di Antonj Arizzi, Semire Ben Dhaou e Giovanni Palazzolo i quali – specificano i militari dell’Arma – a causa della mancanza di denaro derivante dai numerosi sequestri operati, hanno pianificato di rapinare un centro scommesse a Balestrate”. L’evento non si è mai verificato grazie all’intervento dei carabinieri che, preventivamente, hanno proceduto a varie perquisizioni domiciliari.
Per questo a Giovanni Palazzolo, 30 anni, è stata applicata la misura provvisoria di sicurezza della libertà vigilata. Tale misura è stata disposta perché, essendo stata accertata la conclusione di un accordo per commettere una rapina, non punibile poiché non commessa, è stata accertata la pericolosità sociale del soggetto che, dopo aver individuato l’obiettivo, insieme agli altri indagati, ha abbandonato il proposito delittuoso solo in vista di una migliore riorganizzazione.
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