App per donne vittime di violenza. A supporto delle donne nasce l’App YouPol, che permette alle vittime di violenze domestiche di essere geolocalizzate e soccorse in breve tempo con un semplice click.
Per garantire la massima accessibilità al pronto intervento della Polizia di Stato, l’applicazione si aggiorna prevedendo la possibilità di segnalare i reati di violenza domestica con le stesse modalità e caratteristiche delle altre tipologie di segnalazione.
”Un app semplice da scaricare, e uno strumento che vogliamo fornire alle persone in difficoltà che in questo periodo in particolare non sono in grado di denunciare” spiega il ministro dell’Interno Lamorgese.
Una richiesta d’aiuto veloce ed efficace, con un click la richiesta arriva al commissario più vicino alla vittima.
Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.
Un’iniziativa resa necessaria con l’introduzione delle misure di contenimento del contagio da coronavirus che prevedono la quarantena.
Nonostante i centri antiviolenza siano rimasti operativi, è stato registrato un preoccupante calo delle chiamate che raggiunge anche il 50%.
Le associazioni a tutela delle donne hanno lanciato l’allarme per il rischio di aumento dei casi di violenza domestica a causa della convivenza forzata con i maltrattanti e la crescente difficoltà delle vittime di contattare le forze dell’ordine per chiedere aiuto.
L’App, che può essere scaricata da ogni smartphone, permette di azionare dispositivi di emergenza ed è facilmente installabile su tutti gli smartphone e tablet accedendo alle piattaforme per i sistemi operativi IOS e Android.
Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il NUE e dove non è ancora attivo risponderà la sala operativa 113 della Questura. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio.
Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.
Anche chi è stato testimone diretto o indiretto – per esempio i vicini di casa – può ovviamente segnalare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video.
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