World Press Photo 2019 a Palermo. Dal 6 settembre al 6 ottobre le 144 immagini che hanno vinto il più importante concorso di fotogiornalismo fanno tappa ancora una volta in Sicilia per il terzo anno consecutivo. Quest’anno la mostra cambia sede e si sposta a Palazzo Drago. Ospiti al taglio del nastro il pluripremiato fotoreporter internazionale Manoocher Deghati e Tony Gentile, autore del celebre scatto che ritrae insieme i giudici Falcone e Borsellino
Città del Messico, Santiago del Cile, Montreal, Nairobi, Jakarta, Caracas e poi ancora Ankara, Vienna, Olten e infine Palermo. Dieci città del mondo (solo a settembre) dal Canada al Kenya, dall’Indonesia al Venezuela, dal Messico al Cile passando per Turchia, Svizzera e Austria e raggiungendo il capoluogo più a sud d’Italia, unite dalla storia. Gli scatti più belli del 2018 raccolti nell’esposizione 2019 del World Press Photo, il più importante concorso di fotogiornalismo internazionale, saranno in mostra anche a Palermo per il terzo anno consecutivo, a Palazzo Drago Airoldi di Santa Colomba al civico 382 di via Vittorio Emanuele, da venerdì 6 settembre a domenica 6 ottobre. L’esposizione itinerante e annuale parte da Amsterdam, città natale del premio, e raggiunge altre 110 città della mondo tra cui anche Palermo. Solo nel mese di settembre la mostra sarà allestita contemporaneamente in dieci città tra Europa, America, Asia e Africa.
Taglio del nastro alle ore 18.30 di venerdì 6 settembre. Dopo la preview, la mostra che per il terzo anno consecutivo fa tappa in città e che porta le nuove inedite foto vincitrici nelle scuderie di Palazzo Drago sarà aperta al pubblico a partire dalle ore 20.30. Alla presentazione parteciperà il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, insieme ai rappresentanti istituzionali della Regione Siciliana, Manoocher Deghati, il pluripremiato fotoreporter iraniano ferito in guerra, vincitore di ben due World Press Photo ed ex membro della giuria internazionale della Fondazione olandese, Tony Gentile, fotoreporter siciliano conosciuto in tutto il mondo e Vito Cramarossa, presidente di Cime, società pugliese organizzatrice di eventi culturali in Italia e all’estero tra i più importanti exhibition partner in Europa della Fondazione World Press Photo di Amsterdam.
Un mese intero di fotografie scandito da alcuni momenti di approfondimento. Anche quest’anno infatti, grazie alle public lecture – per la prima volta ad ingresso gratuito e tutte alle ore 18.30 -, i visitatori potranno immergersi in un viaggio documentale e testimoniale nel mondo della fotografia e del giornalismo composto da alcuni iconici scatti che hanno fatto la storia.
Oltre agli ospiti internazionali questa edizione vedrà la presenza di fotoreporter e giornalisti italiani e siciliani che con le loro storie e fotografie hanno raccontato e raccontano ancora oggi la Sicilia nel mondo. S’inizia sabato 7 settembre con Tony Gentile, fotoreporter palermitano che da oltre 30 anni racconta sulle pagine dei più importanti quotidiani del mondo storie di cronaca, attualità, costume e sport di interesse internazionale. È autore del celebre scatto che ritrae insieme i giudici Falcone e Borsellino. Si prosegue giovedì 12 settembre, sempre alle 18.30, con un altro siciliano, il fotoreporter Igor Petyx, corrispondente de La Repubblica, Avvenire e La Stampa.
Nuovo appuntamento sabato 14 settembre con Lorenzo Tondo, il giornalista e corrispondente del quotidiano britannico The Guardian che si occupa di Sud Europa e di temi legati alla crisi migratoria. Venerdì 20 settembre, spazio al fotoreporter napoletano vincitore di due World Press Photo Francesco Cito, uno dei primi cronisti a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan occupato dall’invasione dell’Armata Rossa. Sue le foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate. Giovedì 26 settembre sarà invece la volta di Francesco Bellina, il fotoreporter siciliano che racconta il Niger e l’umanità nella storia delle migrazioni. Suo il reportage a bordo della Mare Jonio sul trasbordo dei bambini da una nave all’altra.
A Palazzo Drago infatti arriva un gigante del fotogiornalismo italiano: Letizia Battaglia. Insieme a Roberto Timperi racconterà una carriera lunga 50 anni. Il suo archivio infatti custodisce gli scatti che hanno documentato l’egemonia del clan dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti. Il 6 gennaio del 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo della strage dove venne assassinato Piersanti Mattarella. Conclude il ciclo di public lecture, sabato 5 ottobre, infine, Antonio Parrinello, oggi corrispondente dell’agenzia internazionale Reuters che nel 2016 ha ricevuto il premio Pulitzer per i reportage fotografici sulle migrazioni.
Non solo fotogiornalismo. La mostra propone infatti anche quest’anno incontri di approfondimento. Il primo appuntamento dal titolo “Absolutely Nothing, storie e sparizioni nei deserti americani” è giovedì 19 settembre con Giorgio Vasta, scrittore che ad oggi collabora con La Repubblica, Il Venerdì, Il Sole 24 Ore e Il Manifesto. Venerdì 27 settembre spazio a “Mediterranea Saving Humans, una missione di umanità”, un talk condotto da Fausto Melluso sulla storia tra fatti, documenti e aggiornamenti della più grande missione umanitaria degli ultimi tempi. Sarà “Enzo Sellerio, la storia della fotografia neorealista in Italia” a chiudere il ciclo di incontri, giovedì 3 ottobre, con un appuntamento dedicato all’editore considerato uno dei maestri della fotografia neorealista italiana.
Ad aver vinto il World Press Photo of the year 2019 è “Crying Girl on the Border” di John Moore dell’agenzia Getty Image. Il fotografo ha immortalato Yanela Sanchez, una bambina dell’Honduras in lacrime mentre la madre, Sandra Sanchez, viene presa in custodia da un poliziotto della frontiera americana a McAllen, in Texas, il 12 giugno del 2018. Le famiglie di migranti avevano attraversato il Rio Grande a bordo di una zattera dal Messico. Per questa ragione furono arrestati dalle autorità statunitensi. Sandra Sanchez ha dichiarato che lei e sua figlia avevano viaggiato per oltre un mese attraverso l’America centrale e il Messico prima di raggiungere gli Stati Uniti per chiedere asilo.
L’amministrazione Trump aveva annunciato che avrebbe avuto tolleranza zero per i migranti alla frontiera e che chiunque avesse provato ad entrare negli Stati Uniti sarebbe stato perseguito penalmente. Molti genitori furono arrestati, separati dai loro figli e inviati in diversi strutture di detenzione. Dopo che questa foto è stata pubblicata in tutto il mondo, però, dogana e frontiera degli Stati Uniti dissero che Yanela e sua madre non rientrarono tra questi. Tuttavia, dopo una protesta pubblica, il presidente Donald Trump è stato obbligato il 20 giugno a invertire la sua politica.
Anche l’Italia sarà protagonista dell’esposizione palermitana del World Press Photo. Sono stati tre gli italiani ad essersi aggiudicati l’ambito concorso e che saranno in mostra a Palazzo Drago con i loro scatti. Tra questi quelli del reportage “La crisi del lago Ciad” di Marco Gualazzini, dell’agenzia Contrasto, primo premio per la sezione Ambiente e unico connazionale ad aver rischiato di vincere il primo premio e del reportage “La crisi in Yemes” di Lorenzo Tugnoli, sempre dell’agenzia Contrasto, vincitore del primo premio nella sezione Notizie Generali con le foto che raccontano campi di rifugiati, ospedali e la linea del fronte. Sarà esposto anche lo scatto di Daniele Volpe, fotografo indipendente, secondo premio foto singole per la sezione Notizie Generali con “Still Life Volcano”.
Saranno 144 gli scatti in mostra, gli unici ad aver vinto tra 78.801 fotografie in concorso realizzate da ben 4.738 fotografi provenienti da 129 paesi diversi del mondo. Le categorie in gara, anche quest’anno sono: Attualità, Ambiente, General News, Progetti a Lungo Termine, Natura, Vita Quotidiana, People, Sports e Spot News. La novità di quest’anno all’interno delle categorie premiate è stata l’introduzione del premio World Press Photo Story of the Year. Ad aggiudicarsi la vittoria in questa nuova sezione è stato l’olandese Pieter Ten Hoopen con il progetto “The migrant caravan”, un foto-racconto dedicato all’immigrazione e alla più grande carovana di migranti partita dall’Honduras (e che ha raccolto persone da Nicaragua, El Salvdor e Guatemala) e diretta negli Stati Uniti con oltre 7.000 persone, tra cui almeno 2.300 bambini (secondo quanto affermato dalle agenzie delle Nazioni Unite).
La giuria che ha decretato i vincitori era presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione del National Geographic che si occupa di contenuti visivi. Tra i giurati c’erano anche il fotografo Neil Aldridge, la curatrice Yumi Goto, il fotografo di Getty Images Nana Kofi Acquah, il responsabile dei progetti speciali di TIME Paul Moakley, la fotogiornalista Alice Martins e la fotogiornalista di Associated Press Maye-e Wong. La mostra a Palermo è visitabile da venerdì 6 settembre a domenica 6 ottobre dal lunedì al giovedì dalle ore 10.30 alle 20.30 (ultimo ingresso alle ore 19.30) e dal venerdì alla domenica dalle ore 10.30 alle 22 (ultimo ingresso alle ore 21). Il biglietto intero costa 7,50 euro mentre il ridotto per under 25 e over 65 ha un prezzo di 6 euro. Sono previste delle riduzioni per giornalisti e gruppi di 15 persone (5 euro), scuole e martedì universitario (4,50 euro).
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