Weekend al cinema: “Robin Hood” e “Manolete”
Dalle rotondità di una signora in dolce attesa alla punta delle frecce di un arciere infallibile, dall’inconfondibile cappa rossa del torero agli strumenti di tortura di un folle, dalla tenerezza suscitata da un ragazzo autistico alla ferocia provocata dalla convivenza in uno stabile romano. Forme, armi, sentimenti di questo weekend di cinema.
Dalle rotondità di una signora in dolce attesa alla punta delle frecce di un arciere infallibile, dall’inconfondibile cappa rossa del torero agli strumenti di tortura di un folle, dalla tenerezza suscitata da un ragazzo autistico alla ferocia provocata dalla convivenza in uno stabile romano. Forme, armi, sentimenti di questo weekend di cinema.
A dorso di destriero, il primo ad arrivare (mercoledì 12) è il Robin Hood con le fattezze di Russell Crowe, ancora prediletto da Ridley Scott. Mancato eroe durante la guerra in Francia, il nostro lo diventa per proteggere il popolo dalle vessazioni dello sceriffo di Nottingham (Matthew Macfadyen). Cate Blanchett è Lady Marian, poi si vedono Mark Strong, William Hurt, Max von Sydow, Danny Huston, Mark Addy…
Valoroso (ma più per tradizione) fu anche il matador Manolete, omonimo del film di Menno Meyjes. Biografia in cui alle acclamazioni ricevute nella corrida si contrappone una turbolenta e a tratti infelice vita privata. È soprattutto la sensuale amante Lupe a distogliere l’uomo dal suo unico scopo: il successo. Adrien Brody e Penélope Cruz danno corpo ai personaggi.
Un amore dal percorso inusuale tocca invece alla rediviva Jennifer Lopez in Piacere, sono un po’ incinta (scusate il titolo italiano). Disperando di trovare un giorno un degno partner, Zoe si decide a praticare l’inseminazione artificiale. A operazione compiuta, s’imbatte in Stan (Alex O’Loughlin), che finalmente sembra avere i requisiti giusti; ma come si fa a nascondergli la situazione? Regia di Alan Poul.
Distribuzioni traballanti per gli altri titoli. Si insiste sul romanticismo in Adam, che poi è il protagonista di questa commedia di Max Mayer. Un giovane (Hugh Dancy) affetto dalla sindrome di Asperger che fa innamorare una scrittrice agli inizi (Rose Byrne).
Si sterza verso l’horror in Shadow, opera seconda di Federico Zampaglione dei Tiromancino. Traumatizzato reduce dall’Iraq, David (Jake Muxworthy) parte in bici per dimenticare. Conosce Angeline (Karina Testa); insieme incontreranno gente poco raccomandabile che vuole ucciderli…
L’omicidio c’entra pure nel grottesco Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Isotta Toso. In un vecchio palazzo abitato da persone di varie etnie avviene un delitto. Dalle discussioni si passa alle accuse. Fra i condomini Smutniak, Liotti, Hafiene, Pannofino, Citran, Diberti, Danieli, Vukotic, Yilmaz, Davoli.
a cura di Massimo Arciresi
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