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Weekend al cinema: le conseguenze delle novita’

di Massimo Arciresi

Il weekend cinematografico a cavallo del ponte dell’Immacolata è composto da una serie intercontinentale di osservazioni sul cambiamento, scandita da un’esperienza transcorporea, da un rientro nella terra d’origine, da un’emigrazione nella criminalità, dalla necessità di un secondo lavoro, da un mastodontico evento dal vivo che incide su chi lo fa e chi vi assiste e da un passaggio epocale nella storia della settima arte.
In uscita mercoledì 7 c’è Ligabue – Campovolo 2.0, cronistoria e dietro le quinte del maestoso concerto tenuto nell’estate 2011 dal rocker emiliano, il secondo allestito all’aeroporto di Reggio Emilia, presenti (per due giorni) 120.000 persone. C’è spazio per qualche intervista. La regia sul palco è di Cristian Biondani, quella del film è di Marco Salom.
Sul versante della commedia paradossale c’è Cambio vita di David Dobkin, che schiera fianco a fianco Jason Bateman, un indaffaratissimo avvocato con prole, e Ryan Reynolds, celibe e senza grossi pensieri. I due amici ritrovati, invidiosi l’uno dell’altro, si scambiano le identità per magia. Con Olivia Wilde, Leslie Mann e Alan Arkin.
Venature leggermente più serie per la nuova opera di Thomas McCarthy, Mosse vincenti, interpretata da Paul Giamatti insieme ad Amy Ryan, Jeffrey Tambor, Bobby Cannavale, Burt Young e Melanie Lynskey. Storia di un avvocato con mille problemi, che per arrotondare allena la squadra di wrestling di un liceo.

Premio a Cannes per l’attore Jean Dujardin, esce l’omaggio di Michel Hazanavicius al cinema che fu. Girato in bianco e nero e senza dialoghi, The Artist racconta il declino di un divo del muto parallelamente all’ascesa di una star del sonoro (Bérénice Bejo). Con John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller, Malcolm McDowell.
È francese (ma ambientato a Tokyo) anche Enter the Void di Gaspar Noé, nel quale i fratelli Oscar (Nathaniel Brown) e Linda (Paz de la Huerta) si arrabattano, rispettivamente, spacciando e praticando la lap dance. A lui sparano, ma non si rassegna all’idea di proteggere la sorella.
Circolante in poche copie già da martedì 6, Almanya – La mia famiglia va in Germania è firmato da Yasemin Samdereli, la quale narra di una stirpe turca di migranti, capeggiata da Hüseyin (Vedat Erincin), che compra casa nel proprio Paese e, fra molti ricordi, vi torna. Dalla terra tedesca.

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