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Weekend al cinema: La tenacia prima di tutto

Questa settimana al cinema abbiamo dei protagonisti veramente irriducibili. Non si lasciano fermare da nulla, né da una tempesta in mare aperto, né da un deserto da attraversare, e neppure dai tagli ministeriali o dalle ferite potenzialmente mortali; tantomeno dai normali ostacoli che si frappongono durante una normale scalata al successo.

Tornano a raccontare l’America Joel ed Ethan Coen con A proposito di Davis, biografia fantasiosa (ma mica poi tanto) di un cantante (Oscar Isaac) che tenta di sbarcare il lunario nella Grande Mela al principio degli anni ’60. Sulla sua strada, percorsa costantemente in compagnia della fedele chitarra, trova Mulligan, Goodman, Hedlund, Timberlake e Abraham. E un paziente gatto.

È di José Padilha il remake di RoboCop, altra storia di resistenza, quella dell’agente Murphy (Joel Kinnaman), quasi caduto in servizio nella Detroit del futuro e “risuscitato” con tanto di armatura grazie al progetto di una potente multinazionale che vuol creare un poliziotto ibrido. Quanto resta di umano nella macchina? Con Gary Oldman, Michael Keaton, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson.

Un solitario Robert Redford – tanto per ribadire la tematica del tener duro – è al timone di uno yacht danneggiato nel mezzo di un burrascoso oceano in All Is Lost – Tutto è perduto, drammatica avventura di J.C. Chandor sull’istinto di sopravvivenza. Radio guasta, intemperie, minacce di vario genere scandiscono un viaggio difficoltoso, in cui il nostro deve razionane i pochi viveri rimasti.

Bisogno di farcela pure per i caricaturali personaggi di Smetto quando voglio (il regista è Sydney Sibilia). Ricercatori falliti e frustrati, Edoardo Leo, Paolo Calabresi, Stefano Fresi, Valerio Aprea, Lorenzo Lavia, Libero De Rienzo, Pietro Sermonti uniscono forze e competenze per sintetizzare una droga – strano a dirsi – legale. Piano paradossale che però dà risultati. Con Valeria Solarino.

Cartone animato digitale – e, per chi lo sceglie, in 3D – è Khumba di Anthony Silverston, che batte bandiera sudafricana. Il titolo si riferisce al nome di una a sua volta caparbia zebra, emarginata dai simili perché sprovvista di strisce nella metà inferiore del corpo. Insieme a due amici (uno struzzo e uno gnu), il quadrupede per risolvere il suo problema si mette alla ricerca di una fonte prodigiosa.

 

Massimo Arciresi

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