Weekend al cinema: Implicazioni del ritorno

Primo weekend di luglio: nelle nostre sale, rigorosamente dotate di aria condizionata, si incontrano alcuni quarantenni in aperta polemica fra di loro.

di Massimo Arciresi
Primo weekend di luglio: nelle nostre sale, rigorosamente dotate di aria condizionata, si incontrano alcuni quarantenni in aperta polemica fra di loro, dei fuggiaschi di guerra alle prese con la sopravvivenza, un candido giovanotto rimpallato dalle sorelle e uno dei più amati supereroi di sempre in una veste completamente rinnovata. Con uscite a partire da mercoledì 4 (i due titoli che seguono).

Diretto da Marc Webb, The Amazing Spider-Man vede nel costume del famoso arrampicamuri dotato di superpoteri datigli dal morso di un aracnide modificato – il quale s’innamora, indaga sulla scomparsa dei propri genitori e s’imbatte in un bizzarro scienziato, già collega del padre – il lanciato Andrew Garfield. Accanto a lui sfilano Emma Stone, Rhys Ifans, Sally Field, Martin Sheen, Campbell Scott, Denis Leary, Irrfan Khan. Come già sanno in molti, si tratta di un reboot, perciò la storia riparte da zero.
Paul Rudd è Quell’idiota di nostro fratello, e a “proclamarlo” sono Elizabeth Banks, Zooey Deschanel ed Emily Mortimer, ma l’opinione di Steve Coogan, Adam Scott, Hugh Dancy, Rashida Jones, Kathryn Hahn non è molto diversa (meno duri T.J. Miller e Shirley Knight). In realtà si tratta di un uomo ingenuo e sincero appena uscito di prigione, che non trovando alloggio presso un parentado che lo rifiuta è costretto ad arrangiarsi. Una commedia, comunque, del regista Jesse Peretz.
Dopo lunga assenza, torna Peter Weir con un film che da noi arriva con un ulteriore paio d’anni di ritardo, The Way Back, interpretato fra gli altri da Jim Sturgess, Colin Farrell, Ed Harris, Mark Strong e Saoirse Ronan. Vi si racconta la vera esperienza dello scrittore Slavomir Rawicz, contenuta nel suo libro Tra noi e la libertà: in periodo bellico sette prigionieri riescono a scappare da un gulag e percorrono migliaia di chilometri in territori inospitali (da più punti di vista) in cerca della salvezza.
Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière stanno dietro la cinepresa di una Cena tra amici alla quale prendono parte Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Charles Berling, Guillaume de Tonquedec e Judith El Zein (a distanza c’è pure Françoise Fabian). L’imminente paternità di uno degli ospiti scatena la curiosità degli altri intorno al nome del nascituro. La risposta non piace praticamente a nessuno: scoppia un’articolata discussione, condita di dietrologie varie, da cui nessuno resta immune.