Weekend al cinema: “An Education” e “Paranormal Activity”
Un gruppo di musicisti in parte improvvisato, un rapporto sentimentale “scandaloso” nella futura Swinging London e una temeraria coppia intenzionata a catturare le immagini degli scarsamente concilianti fantasmi…
Un gruppo di musicisti in parte improvvisato, un rapporto sentimentale “scandaloso” nella futura Swinging London e una temeraria coppia intenzionata a catturare le immagini degli scarsamente concilianti fantasmi che si ritrova in casa sono i soggetti al centro dell’attenzione in questa settimana cinematografica. Non è molto, ma si può nuovamente contare su una fondamentale diversificazione di generi e provenienze.
Il primo particolare che salta agli occhi in An Education della danese (ma la pellicola è inglese) Lone Scherfig (quella di Italiano per principianti) è il cast di comprimari: attorno alla protagonista, la fresca (ma non esordiente) Carey Mulligan, nel ruolo di Jenny, brillante studentessa che negli anni ’60 ambisce ad andare a Parigi e invece s’imbatte in un playboy, David (Peter Sarsgaard), ben più grande di lei, si muovono Alfred Molina, Emma Thompson, Dominic Cooper, Olivia Williams e Rosamund Pike. Tre candidature all’Oscar: film, attrice e sceneggiatura, firmata dallo stesso autore del romanzo, Nick Hornby.
Un fenomeno (per l’impressionante rapporto budget/incassi, l’uno limitatissimo, gli altri principeschi) l’horror statunitense Paranormal Activity, diretto (ma anche scritto, prodotto, illuminato – poco – e montato) dal debuttante Oren Peli, che cominciò a mostrarlo nei festival specializzati già quasi tre anni fa. L’impianto è di una semplicità disarmante, e forse proprio per questo ha attecchito: due giovani coniugi (Katie Featherston e Micah Sloat) si trasferiscono in un’abitazione in cui si avvertono strane presenze (pare si tratti di un demone); decidono quindi di piazzare una videocamera per coglierne i movimenti notturni, e non si rivela una buona idea…
Risate intelligenti sono suggerite dalla trama de Il concerto, dall’autore romeno di Train de vie, Radu Mihaileanu, alla guida di una co-produzione che coinvolge pure Italia, Belgio e soprattutto Francia. È lì che decide di recarsi un direttore d’orchestra russo caduto in disgrazia (Alexeï Guskov) quando, da addetto alle pulizie del teatro in cui un tempo lavorava con prestigio, intercetta un fax contenente un caloroso invito per un’esibizione parigina. Avventatamente cerca, mentendo, di riunire gli strumentisti che una volta suonavano con lui, mettendo una pezza dove serve. Nel cast d’oltralpe Mélanie Laurent, François Berléand e Miou-Miou.
a cura di Massimo Arciresi
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