2012 (data in cui, secondo il calendario dei Maya, avverrà la fine del mondo) è il nuovo kolossal catastrofico dello specialista Roland Emmerich, dove la gente comune cerca disperatamente la salvezza, gli studiosi avvisano e i potenti decidono. Abbastanza interessante il cast, capeggiato da John Cusack e arricchito da Thandie Newton, Amanda Peet, Oliver Platt, Danny Glover, Chiwetel Ejiofor, Woody Harrelson, George Segal e dal regista indipendente Thomas McCarthy.
Ritorna pure Pedro Almodóvar. Gli abbracci spezzati racconta di Mateo Blanco alias Harry Caine (Lluís Homar), uno scrittore privato della vista da molti anni da un incidente, che si mette a raccontare il proprio rimosso passato al figlio della sua collaboratrice. Ci sono chiari omaggi al cinema italiano dell’epoca d’oro. Il principale personaggio femminile lo interpreta una cangiante Penélope Cruz, ma appaiono brevemente altre muse del cineasta: Ángela Molina, Rossy De Palma, Lola Dueñas.
Piccola opera che ha destato grandi consensi all’ultimo festival di Venezia, Good morning Aman dell’esordiente nel lungometraggio Claudio Noce si sofferma sull’incontro tra due anime tormentate: il ventenne di origine somala Aman (Said Sabrie) e il quarantenne ex-pugile Teodoro (Valerio Mastandrea, anche produttore). Due esistenze perseguitate da trascorsi complicati, che si sostengono a vicenda e cercano di reagire. Protagoniste di importanza non inferiore Anita Caprioli e, sullo sfondo, Roma.
a cura di Massimo Arciresi
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