Voto di genere. In discussione all’Ars ci riprova il disegno di legge che abolisce l’obbligo di votare anche per una donna alle elezioni Amministrative.
Si tratta di un testo andato al voto già due volte nel corso della scorsa legislatura, ma mai approvato. Ora c’è chi ci riprova, a ripresentarlo è il presidente della commissione Affari istituzionali, Stefano Pellegrino.
Immediata la protesta da parte di esponenti del Pd e Liberi e Uguali contro chi sostiene il disegno di legge.
Questa mattina all’Ars sono state convocate le rappresentanti delle principali associazioni di donne – Arcidonna, Mezzo Cielo ed Emily e domani si potrebbe già iniziare a votare per abolire l’obbligo introdotto nel 2014.
Marianna Caronia, deputata regionale all’Ars, si è pronunciata sull’iniziativa dichiarando: “L’incredibile accanimento con cui la I Commissione dell’Ars continua a tentare l’abolizione della doppia preferenza di genere spiega, paradossalmente, perché la Sicilia sia ultima nelle classifiche per ricchezza e vivibilità.
Di fronte ad un panorama economico così disastroso come quello siciliano, una parte della classe politica, guarda caso a prevalenza maschile, considera l’abolizione della preferenza di genere una priorità indifferibile!
Proprio questo accanimento dimostra invece quanto questa norma sia non soltanto utile ma anche necessaria, perché dimostra come una qualificata presenza femminile nelle istituzioni possa essere il cardine per rompere interessi personali ed un vecchio modo di fare politica che certamente non è a servizio della comunità.”
Anche l’onorevole Claudio Fava, esponente di Liberi e Uguali si è detto contrario annunciando battaglia in aula.
“Con l’introduzione della doppia preferenza di genere abbiamo evitato il triste spettacolo di aule consiliari occupate solo da uomini; uno spettacolo purtroppo non raro nel pasato.”
Afferma l’esponente del movimento 100Passi e Presidente della commissione antimafia regionale che cita dati ben precisi relativi alla evoluzione nella composizione degli Organi consiliari prima e dopo la legge.
“Per la Sicilia è stata una conquista di civiltà, testimoniata dai numeri – continua Fava – che hanno visto triplicare la presenza di consigliere comunali. E adesso all’Ars qualcuno vorrebbe riportare indietro le lancette della storia, magari tornando ad aule consiliari tutte al maschile per garantire qualche eletto fidelizzato in più.”
“Non solo ci opporremo – conclude il parlamentare de I cento passi – ma rilanciamo: nella proposta di modifica alla legge elettorale regionale che abbiamo presentato nelle scorse settimane il doppio voto di preferenza di genere è esteso anche all’Ars, affinché l’Assemblea regionale possa essere finalmente un consesso donne e di uomini, con pari dignità, presenza e capacità di rappresentanza”.
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