di redazione
Vittoria (RG) – “Prendo atto della volontà del sindaco di convocare dei tavoli tecnici per cercare di dare risposte ad una crisi che, attraverso l’agitazione del movimento “Forza d’urto”, ha paralizzato la nostra economia ortofrutticola e non solo. Alcune soluzioni possono essere adottate a livello locale”.
Il parlamentare di Grande Sud, Carmelo Incardona, interviene dopo l’annuncio del primo cittadino di voler convocare dei tavoli tecnici di difesa dalla crisi. “La protesta ha avuto effetti pesanti sull’economia, molta merce è rimasta invenduta e ai produttori agricoli è venuto a mancare reddito. – ha sottolineato – A livello nazionale bisogna sostenere le iniaziative legislative finalizzate ad una moratoria dei debiti verso Inps e banche non solo per le aziende agricole, ma anche per quelle del settore ittico. In secondo luogo, valutare la richiesta di uno stato di crisi delle aziende siciliane del settore primario. Sotto questo profilo l’impegno delle forze parlamentari di questo territorio sarà massimo”.
Per il parlamentare di Grande Sud, “la vera misura di politica economica che a livello locale potrebbe sbloccare un canale fondamentale per l’attività delle piccole e medie imprese di tutti i settori, non soltanto di quello agricolo, è l’accesso al credito. Come? Attraverso lo stanziamento di un congruo contributo che vada a costituire un fondo di garanzia a beneficio delle pmi. Un fondo o da utilizzare direttamente – tramite apposite convenzioni – negli istituti di credito oppure da far confluire in consorzi fidi, enti finanziariamente in grado di offrire solide garanzie e farsi da avallanti nei confronti delle richieste delle piccole e medie aziende. Questo fondo darebbe la possibilità a tutte quelle aziende che non sono iscritte a confidi e che non possono avere affidamenti diretti da parte delle banche, di potere fornire le adeguate garanzie e così ottenere dei prestiti”, ha detto.
“Esiste un’altra importante possibilità – ha proseguito – ed è quella del microcredito. Cioè sostenere quelle agenzie e quelle associazioni che fanno microcredito, stanziando un apposito fondo e mettendo in rete le agenzie sociali del territorio (parrocchie, enti di assistenza e beneficienza, assessorato servizi sociali, sindacati). Saranno queste ultime a monitorare le diverse richieste che verranno e che poi diventeranno finanziabili”.
“Oltre ad avere una costante interlocuzione con l’assessore regionale all’Agricoltura, che finora si è rivelata sterile, – ha concluso – l’amministrazione deve pensare a come, nel suo piccolo, può dare delle risposte a questa crisi. Credo che gli strumenti indicati possano costituire una prima valida, seppur non esaustiva risposta ad una crisi che non ha bisogno di essere affrontata con proclami, note e annnunci, ma ha bisogno di segnali precisi e di misure fattibili in tutti i territori dell’isola”.
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