Si è conclusa ieri la 51sima edizione del Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, che dopo ben 9 anni si è tenuta nuovamente in Sicilia. Cornice dell’evento il suggestivo hotel San Domenico di Taormina, che ha ospitato migliaia di persone tra dirigenti, soci e semplici appassionati del mondo del vino.
Uno degli appuntamenti più attesi è stato il convegno “La viticoltura: cultura e sostenibilità ambientale”, che ha visto la presenza di relatori di prestigio come il sottosegretario Giuseppe Castiglione, il presidente nazionale AIS Antonello Maietta, il presidente Ais Sicilia Camillo Privitera, l’enologo Riccardo Cotarella, i produttori vinicoli Arianna Occhipinti e Michele Faro, il responsabile Sostain di Tasca Almerita Gaetano Maccarone, l’agronoma Aurora Ursino e il presidente Doc Sicilia Antonio Rallo.
Tra questi anche il giornalista Bruno Vespa, che dal 2014 con l’azienda “Vespa – Vignaioli per Passione” produce il Primitivo di Manduria, insieme al altri cinque vini. Questa avventura è partita in Puglia, dove la famiglia Vespa, oltre alla Masseria Li reni, possiede più di 34 ettari, di cui una larga parte già vitati ed una parte in fase di recente impianto.
“E’ la mia grande passione. Ho sempre amato il vino, me ne sono occupato fin da ragazzo scrivendo. E’ successo e sono contento che sia successo”.
“Tutta la mia famiglia è coinvolta. Mia moglie si sta occupando a tempo pieno della ristrutturazione della Masseria Li reni , che è una masseria del ‘500. I miei figli si occuperanno di tutta la parte commerciale”.
“Perché ci sono capitato per caso e ne sono felice. E’ una regione molto sottovalutata, ma che ha grandi vini. Ha ancora parecchia strada da fare ma può crescere molto”.
“La sala è importantissima e sono pochi i ristoranti che hanno Sommelier. E’ necessario l’inserimento, nei programmi destinati alle classi degli istituti alberghieri, di una formazione di base per sommelier. La Puglia è al primo posto per richieste, ultima nella qualità del servizio. Per valorizzare la produzione è quindi necessario fare squadra e migliorare la qualità del servizio”.
“Il giornalismo enogastronomico è cresciuto molto e questo porta sempre più persone ad amare il vino, ad appassionarsi. Ben vengano, dunque, i giornalisti di settore. Devono essere attenti e obiettivi”.
“Ogni volta che ci si avvicina ad un settore commerciale l’obiettività è necessariamente relativa. Questo vale anche per il mondo del guide”.
“Un po’ lo sono responsabili. Si da moltissimo spazio a tantissimi chef, che fanno di tutto per emergere, ma non si parla magari di un bravo sommelier”.
“Il Primitivo di Manduria”, ci risponde sorridendo.
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