E’ arrivato l’atteso responsi dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sul vaccino Johnson & Johnson che era stato ritirato in via precauzionale dopo alcuni casi di effetti collaterali gravi dopo la somministrazione.
L’Agenzia riconosce “possibili” legami di causa-effetto tra il vaccino ed eventi “molto rari” di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa ma precisa che “i benefici superano i rischi”.
Tutti gli eventi rari di trombosi cerebrale “si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione” con il siero di Johnson & Johnson, “la maggioranza nelle donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati”, scrive l’Agenzia europea del farmaco.
“Alle informazioni sul prodotto per il vaccino COVID-19 Janssen dovrebbe essere aggiunto un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Il PRAC ha anche concluso che questi eventi dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino”.
L’analisi era partita dopo lo stop temporaneo dell’FDa statunitense per alcuni rari casi sospetti di trombosi nei vaccinati, simili a quelle viste per AstraZeneca: “Nel giungere alla sua conclusione, il Comitato ha preso in considerazione tutte le prove attualmente disponibili, inclusi otto rapporti dagli Stati Uniti di casi gravi di coaguli di sangue insoliti associati a bassi livelli di piastrine, uno dei quali ha avuto esito fatale. Al 13 aprile 2021, oltre 7 milioni di persone avevano ricevuto il vaccino di Janssen negli Stati Uniti”.
Come successo per AstraZeneca, l’EMA sottolinea che “i benefici del vaccino continuano a superare i rischi per le persone che lo ricevono. Il vaccino è efficace nella prevenzione del COVID-19 e nella riduzione dei ricoveri e dei decessi”.
Il vaccino, che ricordiamo necessita di una singola somministrazione, sarebbe efficace in media al 66% e in grado di prevenire il Covid 28 giorni dopo la vaccinazione, anche se l’inizio della protezione è stata osservata già al 14esimo giorno. Il livello di protezione ha toccato percentuali di efficacia del 72% negli Stati Uniti, del 66% in America Latina e del 57% in Sud Africa.
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