Un Piano strutturale per affrontare a tutto campo una vera e propria calamità naturale: la più recente attività dell’Etna che da febbraio, e fino a stamattina, ha dato vita a ben 47 episodi di parossismo, con copiosa caduta di cenere vulcanica non solo sui versanti Nord e Sud-Est, ma fino ai territori delle province limitrofe. Il Piano potrebbe prevedere anche l’istituzione di un Fondo regionale per consentire l’accesso a risorse economiche con criteri di somma urgenza, ferma restando la rendicontazione successiva. Ma anche un Programma di previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza per lo Stromboli, vulcano altrettanto “irrequieto”.
È durata due ore la riunione del vertice nazionale di Protezione civile che si è tenuta stamattina al PalaRegione di Catania. All’incontro, sollecitato dal presidente della Regione Nello Musumeci, hanno partecipato, oltre al governatore, il capo del Dipartimento nazionale Fabrizio Curcio, quello regionale Salvo Cocina e i rispettivi staff di vertice.
«Quarantasette parossismi e unanimi pareri degli esperti ci dicono che l’attività stromboliana dell’Etna potrebbe non attenuarsi nel breve termine. E il fenomeno della ricaduta di cenere vulcanica non è più episodico ma ordinario. Per questo – ha annunciato Musumeci – dobbiamo dotarci di un Piano strutturale. C’è un aspetto sanitario da non sottovalutare: chiederemo nuovamente all’Istituto superiore di sanità se inalare le sottili polveri vulcaniche costituisca pericolo per l’apparato respiratorio dei più piccoli ed eventualmente quali accorgimenti da adottare. Ma ci sono aspetti legati ai danni economici ingenti che la ‘pioggia’ di cenere causa a colture, aziende e a tetti e grondaie delle civili abitazioni. Al più presto coinvolgeremo il Parlamento regionale perché si esprima con una norma specifica che possa consentire ai privati e alle imprese di beneficiare di ristori sui costi sostenuti per la rimozione della cenere dell’Etna. Stimiamo in 300 mila tonnellate le polveri vulcaniche rimosse finora».
Durante l’incontro si è fatto il punto sui fondi a disposizione dei sindaci che, ormai da mesi, fanno i conti con i costi delle operazioni di ripulitura nei, sempre più numerosi, Comuni coinvolti. I cinque milioni di euro appena accreditati dalla Protezione civile nazionale si sono aggiunti al milione già erogato dal governo regionale «mentre altri due milioni di euro – ha annunciato oggi il presidente Musumeci – contiamo di reperire a giorni tra le risorse della Regione».
«E’ evidente che il fenomeno delle ceneri vulcaniche su quest’ area ha un aspetto contingente d’urgenza – ha affermato Fabrizio Curcio – e come Protezione civile nazionale siamo tenuti a dare risposte oggi. La collaborazione con la Regione Siciliana, con lo stanziamento dei fondi che consentiranno ai Comuni di affrontare le spese finora sostenute, lo dimostra».
Curcio e Musumeci hanno poi concordato sulla esigenza di portare il tema legato all’emergenza cenere dell’Etna all’attenzione del livello europeo per far sì che si possa attivare una linea ad hoc che preveda interventi di accesso al Fondo europeo di solidarietà. Una possibilità questa ad oggi preclusa dalla singolarità della problematica che riguarda solo il territorio etneo. Per questo sarà a breve costituito un Gruppo permanente interministeriale che affronti le questioni legate allo stato di emergenza “in assenza di assistenza alle persone”.
Il presidente Musumeci ha poi annunciato l’avvio della mappatura delle cave siciliane dismesse dove la cenere vulcanica attualmente conferita negli impianti di recupero potrebbe essere stoccata. La ricognizione sarà effettuata dal dipartimento Energia e Minerario.
«A settembre in Sicilia – ha concluso Musumeci – terremo le ‘Giornate del volontariato’ dedicate non solo alle calamità naturali ma anche al Terzo settore, ai servizi socioassistenziali, alla protezione dell’ambiente e degli animali. Serve rivedere la normativa nazionale sul volontariato e formare volontari pronti a ogni emergenza. Anche su questo avremo la collaborazione della Protezione civile nazionale».
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