Mentre il governo lavora notte e giorno sulla stesura del nuovo Dpcm del 3 dicembre che detterà le regole per le festività natalizie, in Sicilia l’assessore Gaetano Armao prova a scrivere con gli altri governatori il documento con cui le Regioni chiederanno a Conte l’autorizzazione per i rientri, di chi lavora e studia fuori dalla regione d’appartenenza, per le festività e un allentamento dei vincoli almeno per i ristoranti.
Ma non sarà facile, l’intenzione di Palazzo Chigi sembra essere quella di vietare tutti gli spostamenti dal 19 o 20 dicembre fino alla Befana. La Sicilia proverà a chiedere un corridoio per chi deve rientrare durante le festività. Sembra invece ormai certo il mantenimento del coprifuoco dalle 22 alle 6 pure per i giorni di festa.
Le richieste saranno portate oggi sul tavolo del governo al vertice convocato con il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, quello della Salute, Roberto Speranza, il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.
Ma Musumeci deve affrontare con priorità anche il problema della lentezza con cui operano le Usca. Sono troppe le famiglie sequestrate dal virus e da tamponi che tardano ad arrivare.
Ma è il sistema dell’assistenza domiciliare sta faticando a decollare, visto anche il flop dell’intervento dei medici di famiglia, mai effettivamente scesi in campo nel tracciamento per mancanza di tamponi e dispositivi di protezione.
Oggi si terrà inoltre una riunione straordinaria della Cei, la conferenza episcopale, per fare il punto e programmare le funzioni religiose del Natale.
La linea è quella di anticipare l’orario della messa la notte di Natale, ma i vescovi siciliani alla proposta avanzata dal ministro Francesco Boccia hanno risposto che la liturgia per il Natale prevede quattro differenti messe e quella della vigilia viene celebrata dopo il Vespro, quindi, subito dopo il tramonto e, pertanto, non c’è alcuna differenza tra il celebrarla alle 18 o alle 24. Massima disponibilità quindi!
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