Un pomeriggio e una serata accompagnati da quella nostalgia che affonda nei ricordi familiari. Quelli, in modo particolare legati a un particolare periodo della nostra storia come quello degli italiani in Libia. Un’operazione di recupero delle radici e dell’identità che fa alle 21 di sabato 29 aprile “Verba Manent” di questa rassegna di teatro contemporaneo che vanta la direzione artistica di Valeria Sara Lo Bue, con “Tripolis” di e con Dario Muratore”.
Lo spettacolo, tratto dall’omonimo libro che verrà presentato sempre sabato 29 ma alle 18, porta in scena la storia della nonna di Muratore, a Tripoli nel 1942, puntando il riflettore sulle difficoltà di vivere in una terra straniera, anche se da coloni, come nel caso degli italiani in Libia a quei tempi, dello ‘scoglio’ da superare quando ci si ritrova a convivere con una cultura differente dalla propria e delle ‘insidie’ del viaggio.
«Sono tutti temi legati tra loro in qualche modo. Il viaggio è anche il desiderio di lasciare un modello familiare e andare oltre il mare. Siamo sempre lo straniero di qualcuno. Il libro e lo spettacolo raccontano lo straniamento degli italiani in Libia. Si è creata una sorta di frattura, sinora, a mio avviso, poco raccontata, che ho voluto ripercorrere attraverso la storia della mia famiglia».
Un doppio appuntamento da non perdere per comporre il mosaico di umanità che “Verba Manent” ancora una volta propone attraverso il teatro che in questa edizione ci parla di emigrazione, viaggio e famiglia, molto sentiti dalla comunità di Villafrati che, nell’ istituzione del Teatro del Baglio, ha sempre più un punto di riferimento.
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