Uomo decapitato in una pineta a Caltagirone: difficile identificazione
Uomo decapitato. Il cadavere di un uomo senza testa e braccia è stato trovato dai carabinieri in una pineta comunale alla periferia di Caltagirone vicino Catania.
Si pensa che la mutilazione sia stata compiuta per impedirne l’identificane, dal volto o dalle impronte digitali. Si tratta forse di un romeno e apparentemente 50enne.
Uomo decapitato: aperte tutte le piste
Le piste sono tutte aperte anche se non è ritenuta attendibile quella della criminalità organizzata, ma più probabile quella di un delitto maturato nell’ambito della sfera personale.
A ritrovarlo sono state alcune persone, mentre passeggiavano con il proprio cane in pineta, pensando inizialmente che «fosse un manichino». Il corpo si trovava sul fondo di una piccola scarpata, accanto una strada sterrata a Caltagirone, in contrada Semini. La zona è stata interdetta.
La sua morte, secondo quanto si apprende, risalirebbe alla scorsa tra giovedì e venerdì scorso. Secondo quanto si apprende, le parti del corpo sarebbero state amputate in maniera netta, come se fosse stata usata un’arma particolarmente tagliente come un’ascia o un machete.
Le forze dell’ordine hanno eseguito i rilievi sul posto. I rilievi dei carabinieri sono proseguiti per tutta la serata di ieri. Sul posto anche il medico legale Maria Francesca Berlich. La Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta coordinata dal Procuratore Giuseppe Verzera che disposto l’autopsia ed esami tossicologici e del Dna per cercare di avere elementi che possano essere utili all’identificazione del cadavere e anche, in maniera indiretta, al movente del delitto.
Le parole del procuratore
«La nostra priorità, in questo momento, è identificare la vittima – ha affermato il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera – Finché non sappiamo chi sia è difficile dare un indirizzo preciso alle indagini».
Si cerca, secondo le prime indiscrezioni, nella comunità di persone provenienti dall’est europeo: il sospetto dei carabinieri è che l’uomo deceduto sia di nazionalità romena. «Le modalità del delitto sono da stampo mafioso – aggiunge il procuratore – ma riteniamo che possa essere maturato in ambienti esterni alla criminalità organizzata, magari per vendetta personale».