ROMA (ITALPRESS) – Nelle prossime settimane le lezioni ricominceranno in presenza e in sicurezza all’Università La Sapienza di Roma. Lo ha confermato Eugenio Gaudio, rettore dell’ateneo capitolino, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia di stampa Italpress. “Siamo convinti che l’università sia un’esperienza di vita globale, unica, nella fase di vita di ogni individuo, e che quindi vada vissuta in presenza. La sicurezza è però una priorità per noi, per cui adotteremo i semplici accorgimenti indicati dalle autorità di governo e dal Comitato Tecnico Scientifico, nonché da una nostra Task Force interna”, ha spiegato.
Le aule avranno una capienza in base al distanziamento di un metro, le mascherine saranno obbligatorie, la sanificazione degli ambienti quotidiana, oltre alla sanificazione delle mani all’entrata e all’uscita. I corsi maggiormente frequentati vedranno un terzo degli alunni in presenza e gli altri collegati a distanza. Proprio a proposito della didattica a distanza, già sperimentata nel periodo di lockdown, Gaudio l’ha definita “un’esperienza molto impegnativa, ma altrettanto positiva e di cui far tesoro. Per certi versi anche un po’ sorprendente, vista l’età non giovanissima della classe accademica italiana, in grado di convertire nel giro di dieci giorni la loro abitudine di lezione. Abbiamo avuto un successo enorme, con una presenza alle lezioni addirittura superiore a quella dal vivo”.
Su 104 mila studenti delle lauree magistrali, infatti, 100 mila erano collegati, rispetto alla frequenza media in persona che era di 80 mila. Sul tema del diritto allo studio, il rettore della Sapienza ha rivendicato il potenziamento dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie per gli stupendi provenienti dalle famiglie meno abbienti e per gli studenti più meritevoli. Provvedimenti che, almeno nel caso dell’ateneo romano, hanno contribuito anche all’aumento delle iscrizioni (+1.500 studenti rispetto allo scorso anno).
“Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito a un disinteresse del Paese nei confronti dell’università, con una riduzione lineare del 20% dei finanziamenti e questo non ci ha aiutato in termini di aumento del numero dei laureati – ha concluso Gaudio -. Se il nostro Paese vuole uscire dal declino altrimenti irreversibile a cui è destinato, deve investire sulla formazione dei nostri giovani, sulla cultura e sull’innovazione”.
(ITALPRESS).
trl/sat/red
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