“Siamo in un posto civile, non a Palermo”, bufera sul giudice di Trento

“Avvocato, lei taccia, perché qua siamo in un posto civile, non siamo a Palermo”. La frase sarebbe stata pronunciata in udienza dal presidente del tribunale del Riesame di Trento, Carlo Ancona, all’indirizzo dell’avvocato Stefano Giordano (nella foto). Apriti cielo. Sul web, e non solo, pioggia di polemiche.

“E’ un fatto gravissimo oltre che una frase razzista” ha commentato dopo l’udienza l’avvocato Giordano, figlio del presidente del Maxiprocesso di Palermo, Alfonso Giordano, all’agenzia di stampa AdnKronos.

“Il presidente del Tribunale del Riesame nel condurre l’udienza con un indagato palermitano e con il sottoscritto come difensore – aggiunge Giordano – mi ha impedito di svolgere la mia arringa. Ho chiesto, e solo dopo numerosi sforzi, ho ottenuto la verbalizzazione di quanto accaduto”.

Giudice di Trento, la frase choc

La denuncia dell’avvocato Giordano ha suscitato un vespaio di reazioni. “Manifesto la mia preoccupazione per quanto accaduto, in quanto avvocato, in quanto cittadino italiano e, soprattutto, in quanto palermitano”, ha detto ancora Giordano.

“Ho concordato con il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco- spiega Giordano – di redigere insieme un esposto che sarà prontamente comunicato al Consiglio superiore della magistratura e alle altre autorità istituzionali competenti”.

L’episodio denunciato dal legale è accaduto due giorni fa. Oggi, intanto, sul suo profilo Facebook l’avvocato Giordano scrive: “E’ una battaglia di civiltà in difesa dei palermitani e della nostra bellissima città”.

Giudice di Trento, l’invito del sindaco di Palermo

“Saremo felici di ospitare il giudice Carlo Ancona nel 2018 quando Palermo sarà capitale della cultura”. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha commentato con questo invito le parole del giudice di Trento.

Giudice di Trento si difende

Il giudice di Trento si difende: “Non volevo offendere la città di Palermo, solamente zittire quell’avvocato scorretto”.