Un accordo ‘innovativo’ da 100 mila posti di lavoro

Bioarchitettura e bioedilizia, innovazione ecologica e tecnologica, si avvia cosi’ una nuova era in Sicilia dopo la firma dell’accordo tra assessorato regionale al Territorio e Ambiente e Universita’ degli Studi di Palermo.

di redazione

Ieri mattina, presso la Chiesa Sant’Antonio Abate (Palazzo Chiaramonte Steri | Piazza Marina, 61), è stato siglato l’accordo strategico per l’occupazione e la promozione del territorio in maniera ecosostenibile, tra l’assessorato al Territorio e Ambiente della Regione siciliana e l’Università degli Studi di Palermo. Il protocollo d’intesa è stato firmato dell’assessore Alessandro Aricò, il rettore Roberto Lagalla, e il professore Salvatore Barbaro, direttore del C.I.R.I.A.S. (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Ingegneria dell’Automazione e dei Sistemi dell’ateneo palermitano).

Presenti alla firma il professore Nino Galante, responsabile economico del progetto ‘Campus Urbano. Le case eco-intelligenti’; alcuni rappresentanti del mondo universitario e di alcuni ordini professionali, e della società civile. Un passo importante e significativo per il recupero del patrimonio urbano, ambientale, ma soprattutto umano della nostra Isola, che promuoverà sviluppo e lavoro.  Il protocollo avvia una collaborazione importante in cui verranno introdotte linee guida nel campo del recupero e dello sviluppo del territorio secondo il modello di ‘Campus Urbano. Le case eco-intelligenti’, progetto sviluppato e già realizzato dal C.I.R.I.A.S. dell’Università degli Studi di Palermo e premiato dall’Agenzia degli Innovatori della Presidenza dei Ministri.  Tra i punti fondamentali dell’accordo: la creazione di un regolamento edilizio su scala regionale che imponga ai comuni l’adozione di una nuova normativa sulla rigenerazione urbana, con particolare attenzione all’efficienza energetica degli edifici.

Si favorirà lo sviluppo, la ripresa economica a partire dall’edilizia creando occupazione e lavoro. Si consolideranno gli edifici ove possibile, ovvero si procederà all’abbattimento e ricostruzione degli stessi senza ulteriore cementificazione, promuovendo la diffusione di tecniche costruttive di bio-edilizia e sistemi per la produzione di energia e la rigenerazione delle acque, la sicurezza sismica, l’autonomia energetica, l’utilizzo di materiali locali con bassa incidenza di trasporto, il coinvolgimento di maestranze opportunamente formate dal C.I.R.I.A.S., professionisti locali e studenti universitari, al fine di promuovere la ricerca e l’innovazione direttamente sul campo.

DICHIARAZIONE DEL PROF. NINO GALANTE – responsabile economico del progetto ‘Campus Urbano. Le case eco-intelligenti’ e docente di marketing del C.I.R.I.A.S. dell’Università degli Studi di Palermo

«La firma di questo accordo è un passo significativo e rivoluzionario sotto diversi aspetti, ma significa soprattutto realizzare almeno 100 mila posti di lavoro nel prossimo triennio, dal momento in cui tutto il meccanismo, secondo quanto sintetizzato nei diversi punti del protocollo, si attiverà dando l’impulso necessario all’economia di questa regione a partire dal settore edilizio. Non si tratta di un ‘fantanumero’, ma di uno studio preliminare che abbiamo condotto, un calcolo alla portata di chiunque: perché se tutti i punti elencati all’interno del protocollo verranno realizzati assisteremmo a una rivoluzione urbana, ma soprattutto economica del nostro territorio. Come anche detto stamane dall’assessore al Territorio e Ambiente, Alessandro Aricò, è come se ritornassimo agli anni ‘60 quando in Sicilia si costruiva e l’edilizia era il motore dell’economia di questa terra. Ma a differenza di allora si ricostruirà secondo le tecniche della bioedilizia, della domotica, di regimi eco-compatibili che avranno l’effetto di ridisegnare il volto delle nostre città, recuperando sui danni degli scempi edilizi propri di quegli anni, non solo dal punto di vista estetico, ma sotto l’aspetto della qualità abitativa, per un beneficio energetico, ambientale, economico e soprattutto umano: migliorare le qualità abitabili dei complessi edilizi, e dunque la qualità di vita di chi vi abita, sviluppando lavoro e occupazione. Non solo si consolideranno o ricostruiranno gli appartamenti, gli edifici già esistenti, ma si recupererà  l’immenso patrimonio immobiliare in disuso.
L’obiettivo è quello di rendere possibile una ‘città del verde’, come già timidamente si sta facendo, non solo con più spazi verdi intorno alla centro abitato, ma negli edifici, sui tetti, i cosiddetti giardini pensili o tetti verdi che oltre alla funzione estetica e quella di polmone cittadino, permettono un risparmio energetico incredibile: raffreddano l’aria per evapotraspirazione di vapore acqueo, filtrano l’inquinamento urbano riducendo l’anidride carbonica, depurano l’acqua piovana inquinante, hanno un effetto isolante che riduce i rumori all’interno della costruzione.

Naturalmente il pensiero corre subito ai fondi che serviranno. Non se lo chiederanno solo i più scettici, ma è proprio questo punto che mostra come l’ingresso dell’Università a fianco dell’Amministrazione, e in questo caso del C.I.R.I.A.S., sia rivoluzionario sotto molti aspetti: innanzitutto come garante di un’economia pulita e trasparente – sappiamo benissimo che il settore edilizio è quello maggiormente ‘inquinato’ da interessi spesso poco leciti – le aziende coinvolte e non solo, dovranno rispettare il nuovo piano edilizio, rendere trasparenti e consultabili le fasi di lavoro. Ciò comporterà maggiore sicurezza sul lavoro, controllo dei materiali usati, rispetto di tutte le norme e i parametri imposti dal nuovo regolamento edilizio, ivi compresi quelli per la sicurezza sismica. Non si tratta di un progetto teorico poiché il C.I.R.I.A.S. ha già applicato questo sistema con il proprio progetto ‘Campus Urbano. Le case eco-intelligenti’, uno degli esempi è costituito dal consolidamento di un intero stabile in via Solarino a Palermo.

Dunque, attraverso questo protocollo si allargherà l’esperienza del progetto ‘Campus Urbano. Le case eco-intelligenti’ in larga scala, ciò comporterà: attrazione di capitali privati e fondi di investimento; utilizzo di fondi europei; coinvolgimento delle aziende (nazionali e multinazionali) con una riduzione notevolmente dei costi; creazione di azioni mirate di defiscalizzazione attraverso i rapporti diretti con le amministrazioni; coinvolgimento di ordini professionali, dipartimenti e facoltà universitarie che metteranno a disposizione le proprie professionalità; coinvolgimento degli studenti universitari che si interfacceranno direttamente con il mondo del lavoro fin dal loro ingresso all’Università».