ROMA (ITALPRESS) – Le industrie culturali e creative (ICC) – di cui fanno parte la musica, le arti dello spettacolo, l’audiovisivo, la radio, i videogiochi, i libri, i giornali e le riviste, le arti visive, l’architettura e la pubblicità – sono qualcosa di più di uno dei tanti settori da salvare dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria perchè per l’Europa possono rappresentare una parte significativa della soluzione dei problemi generati dall’attuale situazione sul piano economico e sociale. È quanto emerge da un nuovo studio realizzato da Ernst & Young, dal titolo “Rebuilding Europe: the cultural and creative economy before and after COVID-19” (Ricostruire l’Europa: l’economia culturale e creativa prima e dopo il COVID-19), che fotografa attraverso i dati la vivacità dell’economia culturale e creativa europea prima della pandemia assieme ai devastanti effetti delle misure restrittive a seguito dell’emergenza sanitaria.
Nel 2019, le ICC rappresentavano il 4,4% del PIL dell’UE in termini di volume d’affari, con incassi annui di 643 miliardi di euro e un valore totale aggiunto pari a 253 miliardi di euro. Le ICC erano anche uno dei settori con più posti di lavoro in Europa: impiegavano più di 7,6 milioni di persone, un numero 8 volte superiore rispetto a quello del settore delle telecomunicazioni. “La cultura e l’eredità culturale europea, così varia e ricca, è il cemento che sostiene il nostro comune senso di appartenenza all’Europa – dichiara David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo – Dobbiamo pensare alla cultura non soltanto come uno dei nodi centrali per la ripresa, ma anche come una componente fondamentale per costruire il mondo che verrà dopo il Covid-19, un mondo in cui i legami interpersonali devono essere riallacciati”.
“Questo studio dimostra quanto i diversi settori dell’industria culturale contribuiscano all’economia europea in termini di occupazione e fatturato – afferma Giulio Rapetti Mogol, Presidente di SIAE -. Purtroppo però l’industria culturale e creativa è uno dei settori più colpiti in Europa dall’onda d’urto del Covid-19 e gli autori e gli artisti vedranno i loro incassi ridotti drasticamente nel 2021 e nel 2022. È necessario perciò mettere in campo azioni per accelerare la ripresa. In questo senso, è cruciale il recepimento della Direttiva Copyright per garantire una giusta redistribuzione della ricchezza non solo ai grandi nomi della cultura e dello spettacolo, ma soprattutto ai tanti artisti meno conosciuti che possono sopravvivere solo grazie al diritto d’autore”.
“La cultura ci eleva come individui, perché nutre e dà forma alla nostra identità, e come europei, perché è una forza motrice per la crescita economica – commenta Gaetano Blandini, Direttore Generale SIAE -. SIAE ha sostenuto e contribuito alla realizzazione di questo studio, nella consapevolezza che di fronte a questa nuova emergenza, in qualità di rappresentanti di migliaia di creatori in Europa, sia nostro dovere fare luce sulla realtà, assicurarci che questa nostra eredità culturale non sia dissipata e che venga fatto tutto il possibile, in termini di strategie, programmazione e sostegno finanziario, per aiutare il settore a ripartire e riprendere il suo sentiero di crescita”.
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