Ottanta giorni di guerra in Ucraina e l’offensiva continua ancora. La difesa di Kiev, però, nelle ultime ore avrebbe registrato progressi: per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, gli insediamenti liberati nel Paese sarebbero finora più di mille e le truppe di Mosca si starebbero ritirando anche da Kharkiv. Intanto si cerca ancora una soluzione per liberare i combattenti ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal, a Mariupol. Le battaglie dello stabilimento proseguono e il presidente Zelensky, nel suo ultimo videomessaggio serale, ha reso noto che sono in corso complesse trattative per l’evacuazione, anche con “mediatori influenti”. “Non smettiamo di cercare di salvare tutta la nostra gente da Mariupol e Azovstal”, ha detto Zelensky. “Attualmente – ha spiegato – sono in corso negoziati molto complicati sulla prossima fase della missione di evacuazione: il salvataggio dei medici gravemente feriti. E’ un gran numero di persone. Ovviamente – ha proseguito – stiamo facendo di tutto per evacuare tutti gli altri, ciascuno dei nostri difensori. Tutti coloro che nel mondo possono essere i mediatori più influenti sono già stati coinvolti nelle trattative”. Intanto le truppe di Mosca si starebbero ritirando da Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. L’esercito russo “non ha condotto ostilità attive nella direzione di Kharkiv”, spiega lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nel suo ultimo aggiornamento. “I suoi principali sforzi – prosegue – si sono concentrati sull’assicurare il ritiro delle sue truppe dalla città di Kharkiv, mantenendo le posizioni occupate e le rotte di rifornimento”. Si tratta di un’importante città che si trova nell’Est del paese, non lontano dal confine russo.
“La graduale liberazione della regione di Kharkiv dimostra che non lasceremo nessuno al nemico”, ha affermato Zelensky, sottolineando che sarebbero 1.015 gli insediamenti liberati finora nel Paese. Il presidente ucraino ha anche posto l’attenzione sul tema della crisi alimentare. “Il mondo ha già riconosciuto – ha affermato – che il blocco dei nostri porti da parte della Russia e questa guerra stanno provocando una crisi alimentare su larga scala. I funzionari russi – ha continuato – stanno anche minacciando apertamente il mondo che ci sarà carestia in dozzine di paesi. E quali potrebbero essere le conseguenze di una simile carestia? A quale instabilità politica e flussi migratori questo porterà? Quanto si dovrà spendere allora per superarne le conseguenze? Queste sono le domande a cui devono rispondere – ha aggiunto – coloro che stanno ritardando le sanzioni alla Russia o stanno cercando di rinviare gli aiuti all’Ucraina”.
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