KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Quinta giornata dell’invasione russa in Ucraina e primi spiragli per una soluzione. I colloqui di pace sono durati più di cinque ore e si conclusi con alcuni punti condivisi e nessun ultimatum. Intanto proseguono parallele le grandi manovre dei due presidenti Putin e Zelensky, e della diplomazia mondiale. Mentre si spara ancora. Il conflitto. Le armi hanno taciuto in larga parte dell’Ucraina, rispettando la tregua durante i colloqui di pace.
Con l’eccezione di Kharkiv, dove una serie di missili ha colpito un quartiere in larga parte residenziale, con un bilancio provvisorio di undici morti e molti feriti. L’avanzata russa è proseguita anche nel Donbass, e lo stato maggiore di Putin rivendica la conquista del porto di Mariupol, dove si combatteva dall’inizio del conflitto. In molte città, intanto, si continuano a scavare trincee e a prepararsi per un eventuale attacco dei russi. A Kiev, dove in serata sono state avvertite delle forti esplosioni lontano dal centro, la giornata è passata in maniera ordinata, con lunghe code davanti ai negozi, sempre più vuoti, e alle banche, alla ricerca di contanti.
Le due delegazioni si sono ritrovate attorno alle 12.30 faccia a faccia in una sala per le feste, con tanto di palco e luci, in un’antica residenza a Gomel. Gli ucraini alla fine si sono presentati a bordo di due elicotteri, impossibile raggiunge la Bielorussia via terra. “I negoziati sono difficili. Tuttavia, non c’è alcun ultimatum acquisito. Sfortunatamente, la parte russa è ancora estremamente prevenuta per quanto riguarda i processi distruttivi che ha già portato avanti”, ha commentato all’uscita Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente Zelensky. “Lo scopo principale dei colloqui di oggi era discutere il cessate il fuoco in Ucraina e le ostilità. Le parti hanno identificato una serie di argomenti prioritari su cui sono state delineate determinate decisioni”, ha sottolineato. “Affinché queste decisioni possano essere attuate, stiamo partendo per le consultazioni nelle capitali. Abbiamo discusso la possibilità di tenere un secondo round di negoziati nel prossimo futuro, in cui questi argomenti avranno soluzioni di sviluppo concrete”, ha aggiunto. Secondo indiscrezioni, e sarebbe un segnale importante, la ripresa dei colloqui che difficilmente avverrà domani, avverrà al confine tra Bielorussia e Polonia, allontanandosi così ulteriormente dalle zone del conflitto. Da parte russa, l’unico a parlare con la stampa è stato il consigliere presidenziale, Vladimir Medinsky, che ha confermato la necessità di nuovi round di colloqui.
Vladimir Putin è apparso all’inaugurazione di un nuovo centro spaziale, senza parlare della crisi. Cosa che invece ha fatto al telefono con Emmanuel Macron, cui ha ribadito che la Russia intende conservare il controllo sulla Crimea, come già avviene dal 2014, e soprattutto chiede che l’Ucraina resti un territorio neutrale ovvero fuori dalla Nato e dalla possibilità che qui vengano installati armamenti americani, a cominciare dalle testate nucleari. Il presidente francese ha preso atto delle richieste del numero uno del Cremlino, chiedendo che si interrompessero gli attacchi contro i civili in Ucraina. Putin si è detto d’accordo, anche se la realtà della cronaca a Kiev e Kharkiv è stata ben diversa. Macron ha riferito tutto a Zelensky, che però nel frattempo non è rimasto a guardare, e prendendo al volo l’invito arrivatogli domenica sera da Ursula Von Der Leyen, ha inviato a Bruxelles una formale richiesta di adesione all’Unione europea. “Ce lo siamo meritato”, ha spiegato in un messaggio video, in cui ha preteso che l’approvazione avvenga in modo veloce, secondo una nuova procedura comunitaria. Tiepida la reazione europea, anche perché l’adesione di Kiev sarebbe letta a Mosca come un allontanamento dalla neutralità richiesta da Putin.
Oltre che a Gomel, i rappresentanti dei due Paesi hanno parlato anche a New York, nel corso di una inusuale sessione speciale d’emergenza dell’assemblea. L’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya, dopo aver ricordato che se l’Ucraina non sopravvive, la pace internazionale non sopravvive, ha letto i messaggi presi dallo smartphone di un soldato russo perito in guerra: “Mamma, è così difficile, questa è una guerra vera”. L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia non si è commosso, e ha ribattuto: “Le bugie stanno proliferando, l’Ucraina non vuole impegnarsi nel dialogo e concedere lo status speciale al Donbass. I media stanno facendo disinformazione”, aggiungendo però che anche la Russia vuole finire questa guerra. Sul come, lo si capirà nei prossimi giorni, o mesi.
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