ROMA (ITALPRESS) – Un mandato di cattura contro Putin? “Mi auguro sia emesso il prima possibile”. Lo ha detto, in un’intervista al quotidiano Repubblica, Carla Del Ponte, ex procuratore generale svizzero e ex chief prosecutor del Tribunale dell’Aja per l’ex Jugoslavia. “So che il procuratore della Corte penale internazionale ha aperto un’inchiesta per i crimini di guerra e contro l’umanità che sono stati commessi e si commettono tuttora durante il conflitto in Ucraina. Le prove permetteranno non solo di stabilire quali e quanti ne sono stati commessi, ma anche di identificare gli autori.
Ma il primo responsabile è sicuramente il presidente Putin. E con lui tutti i politici e i militari con incarichi di responsabilità. Il problema è che l’inchiesta dev’essere condotta velocemente affinchè si possa emanare un atto d’accusa e ottenere un mandato di arresto internazionale contro gli accusati”. L’esercito russo ormai è a Kiev. I civili, uccisi e seppelliti nelle fosse comuni, non si contano più. L’indagine dell’Aja non è già in ritardo? “No, non lo è. Giustamente è partita pochi giorni dopo i primi crimini, perchè sin dall’inizio sono stati intenzionalmente uccisi dei civili. Quello che non avrei voluto mai più vedere sono le fosse comuni. Intanto perchè non tutti sono stati identificati e sicuramente non è stata accertata la causa di morte, cioè i due elementi indispensabili per l’inchiesta. E non basta di certo che siano stati chiusi in sacchi di plastica…”.
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