KIEV (ITALPRESS) – L’ennesima giornata interlocutoria con bombardamenti sempre più massicci ma anche indiscrezioni insistenti che danno ormai in dirittura d’arrivo una bozza di accordo. Ma non illudiamoci che sia la svolta: la trattativa fra Russia e Ucraina, che verterebbe su quindici punti negoziali, è ancora in fase di discussione mentre sul campo la terza settimana dall’inizio del conflitto si conclude con altre carneficine.
A Mariupol, la città martire di questa guerra assurda, è stato attaccato un convoglio umanitario con donne e bambini, che dalla città costiera si stava dirigendo verso Zaporozhye. Un bimbo è morto, l’ennesimo (e siamo oltre i cento) di questa tragedia nel cuore dell’Europa. A Chernihiv, stamattina, il fuoco russo ha invece bersagliato le persone in fila per il pane; le notizie sono frammentarie ma le vittime sarebbero una decina. A Kharkiv gli edifici distrutti, e fra questi anche scuole e ospedali, sono almeno seicento e anche le vittime fra la popolazione sono ormai diverse centinaia.
A Kiev le truppe del Cremlino non stanno facendo progressi ma hanno alzato il tiro e ogni giorno colpiscono le aree residenziali, causando un numero sempre più elevato di feriti. Ma anche l’Ovest del Paese non è immune: a Vinnytsia è stata colpita la torre delle televisioni e le sirene hanno risuonato anche al confine con la Polonia.
Eppure, nonostante questo bollettino quotidiano sempre più drammatico, c’è qualche ulteriore spiraglio nella possibilità di una tregua o addirittura di una soluzione. Che non arriva certo dalle parole di Putin, anche oggi impetuoso nei suoi strali su Kiev e l’Occidente: il leader del Cremlino ha parlato ancora una volta di “denazificazione” dell’Ucraina e di genocidio dei russofoni in Donbass, accusando America e Nato di voler “cancellare” il suo Paese. Ma al di là della solita retorica propagandistica, in realtà sia gli uomini dell’entourage moscovita che alti rappresentanti del governo Zelensky hanno accennato ad alcuni punti negoziali sui quali le parti stanno discutendo con maggiori aperture reciproche. La neutralità di Kiev è sicuramente il più importante ed è quello su cui sembra più facile trovare un accordo ma per raggiungere un’intesa l’Ucraina chiederebbe un immediato ritiro delle truppe da tutto il territorio. Ed è un’opzione, quest’ultima, che al momento appare improbabile.
Mosca finora non ha ottenuto nessun risultato tangibile sul campo se non quello di distruggere le città, uccidere la popolazione ed affamare i sopravvissuti, ed è difficile che se ne ritorni a casa senza mettere la bandierina su uno dei suoi obiettivi militari. Ma il pesante tributo di sangue che l’esercito di Putin sta pagando in questo conflitto più aspro del previsto potrebbe rappresentare un valido motivo per fermarsi e firmare l’accordo.
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