Ucciso e bruciato perchè rubava dove non doveva: due ergastoli

La vittima era un giovane di 26 anni Massimiliano Milazzo di Misilmeri in provincia di Palermo, padre di due figli piccoli, sparito il 22 giugno del 2013. Milazzo era colpevole di rubare in una zona del paese dove gli era stato “consigliato” di non rubare.

Per i due presunti responsabili, Pasquale Merendino e Giuseppe Correnti, i giudici della seconda sezione della Corte d’appello di Palermo hanno confermato le condanne all’ergastolo, emesse in primo grado.

I due avrebbero ucciso il giovane e gli avrebbero mozzato le mani in pieno stile mafioso, prima di dare il corpo alle fiamme.

I presunti assassini sono stati incastrati dalle telecamere di sorveglianza di un bar che li vedono in compagni della vittima in un fotogramma e senza nel successivo, ma anche dalle dichiarazioni del pentito Andrea Lombardo, il barista di Altavilla, che conosce molti fatti di sangue della zona.

Sono stati disposti anche i risarcimenti per la giovane moglie e i due figli piccoli della vittima, oltre che per i genitori.

Disposto un’immediato risarcimento di 290 mila euro per la donna e i figli, 120 mila ai genitori, 40 mila euro alle due sorelle, e 20 mila a due zii, tutti costituitisi parti civili nel processo.

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