In relazione all’episodio di cronaca riportato oggi da alcuni siti on line, concernente una presunta aggressione realizzata da ignoti nei confronti di tre cittadini spagnoli, la Questura di Palermo ritiene utile precisare le modalità ed il contenuto dell’intervento di una sua pattuglia il cui operato risulta, come sempre, essere stato consono alla legge ed improntato al senso della misura ed all’inderogabile rispetto dei diritti del cittadino.
Intorno alla mezzanotte, tra il 5 ed il 6 giugno scorsi, una pattuglia della Polizia di Stato, destinata al controllo del territorio nei luoghi della cosiddetta “movida”, in particolare nella zona di piazza S’Anna, ha notato, a distanza di alcune centinaia di metri, la presenza di numerosi giovani assiepati su strada. In ragione di un orario che andava ben oltre quello stabilito dalla legge come limite per la permanenza su strada, i poliziotti hanno acceso i segnalatori luminosi e si sono diretti verso il luogo dell’assembramento.
L’imminente arrivo della vettura della Polizia di Stato ha consigliato ai giovani di abbandonare in gran fretta il capannello prima creatosi, intraprendendo diverse direzioni di fuga ed ha quindi generato la conseguenza di sciogliere l’assembramento, ben prima che i poliziotti giungessero sul luogo.
Soltanto tre giovani, poi identificati come cittadini spagnoli, sono rimasti sul posto ed a loro gli agenti hanno chiesto cosa fosse successo. E’ stata in questa fase che i poliziotti hanno raccolto la versione di una aggressione subita in precedenza dai tre ad opera di ignoti.
Con buon senso e, come da linee guida, la prima preoccupazione ed il primo adempimento degli agenti è stato quello di chiedere ai giovani se stessero bene e se avessero bisogno di ricorrere a cure mediche. I cittadini spagnoli hanno fornito rassicurazioni sulle loro condizioni di salute e non hanno chiesto l’invio di un’ambulanza, hanno, altresì, manifestato l’intenzione di denunciare l’accaduto, denuncia genericamente rinviata ad altro momento.
A corredo dell’intervento, i poliziotti hanno dovuto procedere alla contestazione della sanzione connessa alla violazione dell’orario del “coprifocuo”, così come previsto dalla legge, anche perché non è risultato che gli stranieri lo avessero violato per taluno dei motivi che lo possano giustificare.
Per ciò che concerne l’aggressione, asseritamente patita dalle vittime, pur nell’impossibilità di procedere, sul momento, all’inseguimento dei tanti giovani allontanatisi in più direzioni di fuga, sono stati raccolti indizi e riscontri attualmente al vaglio degli investigatori della Polizia di Stato.
E’ opportuno tuttavia sottolineare che, durante le fasi dell’intervento e sin da subito, la cortesia e la solerzia degli agenti hanno affrontato un atteggiamento non collaborativo ed ostile dei giovani, oltrechè provocatorio tanto da firmare inzialmente il verbale di contestazione dell’addebito con una svastica poi parzialmente corretta sotto lo sguardo degli stessi poliziotti.
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