Anche quest’anno gli specializzandi in Petrologia, Vulcanologia e Tettonica, provenienti da Europa e Sud America, del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Ginevra hanno approfondito la conoscenza sull’attività e la storia eruttiva del vulcano Etna esplorando l’Isola Lachea e i Faraglioni dei Ciclopi.
Gli studenti, di quarto e quinto anno, accompagnati dai loro docenti e dal personale dell’Ingv di Catania, hanno effettuato un’escursione all’arcipelago dei Ciclopi – la riserva naturale integrale “Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” gestita dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania diretto dal prof. Giovanni Signorello- e all’adiacente Rupe di Aci Castello per approfondire gli aspetti legati all’origine del vulcanismo etneo, gli aspetti morfologici dei basalti colonnari e delle lave a pillows che rappresentano le principali peculiarità dell’area.
Proprio l’Isola Lachea e i faraglioni dei Ciclopi insieme con la rupe del Castello rappresentano la messa in posto dei prodotti etnei più antichi risalente a circa 500 mila anni fa frutto di un’intensa attività eruttiva in ambiente sottomarino che si verificò nel margine orientale dell’ampio golfo che allora occupava la parte meridionale dell’area dove ora si estende l’Etna.
A guidare il gruppo durante la visita nell’area protetta il geologo del Cutgana Giovanni Sturiale, il direttore della riserva Domenico Catalano e gli operatori del Cutgana Emanuele Puglia e Mauro Contarino.
Presente alla visita anche il vicedirettore del Cutgana, prof. Guido Zanghì, il quale ha evidenziato “come ancora una volta l’Isola Lachea e i Faraglioni dei Ciclopi siano meta di ricercatori e studiosi internazionali interessati ad approfondire la ricchezza naturalistica e geologica, in questo caso, dell’area protetta che il personale del Cutgana da anni tutela, valorizza e rende disponibili alla fruizione sostenibile”.
Sull’Isola Lachea i visitatori hanno anche ammirato le bellezze naturalistiche dell’area protetta caratteristica per la presenza della lucertola endemica “Podarcis sicula ciclopica”, della grotta dell’Eremita, del Museo naturalistico didattico “Lachea” (con i rari reperti archeologici e alcuni esemplari impagliati della fauna ittica del Mediterraneo) e della stazione di biologia marina.
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