I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo eseguito sei misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di Pietro Corrao (63 anni), Saverio Marchese (anni 55) e Salvatore Scavone (anni 60), destinatari di custodia cautelare in carcere e Beniamino Cusimano (anni 75), Concetta Teresi (anni 52) e Marilena Scalia (anni 48), sottoposti agli arresti domiciliari.
Corrao, Marchese, Scavone e Cusimano sono indagati per i reati di falso e di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di falso, Teresi per i reati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture ed infine Scalia per truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture.
Le indagini svolte hanno fatto emergere come l’associazione A.V.E.L., che svolgeva per conto dell’ASP di Palermo il servizio di trasporto emodializzati, dietro le mentite spoglie di una ONLUS, nascondeva in realtà un’autentica attività d’impresa, gestita di fatto da soggetti pregiudicati per gravi reati (traffico di droga aggravato dall’agevolazione mafiosa) che, per ottenere il rilascio della necessaria certificazione antimafia, avevano attribuito formalmente la veste di presidente ad un soggetto incensurato.
Disposto anche il sequestro preventivo dell’intero patrimonio aziendale di due associazioni palermitane di volontariato operanti nel settore sanitario-assistenziale, l’Associazione di Volontariato Emergency Leader Onlus – A.V.E.L.– e laConfraternita di Misericordia, che da oggi sono affidate ad un amministratore giudiziario affinché le gestisca nell’interesse della collettività.
In sede di stipula e rinnovo delle convenzioni con l’ASP, gli indagati hanno quindi prodotto false certificazioni concernenti la natura di Onlus dell’Ente e l’attestazione che quest’ultima fosse amministrata da soggetti immuni da precedenti penali, grazie alle quali l’A.V.E.L. ha potuto accedere alle convenzioni pubbliche.
Le indagini svolte hanno poi permesso di documentare l’esistenza di un vero e proprio “cartello” fra i rappresentanti di sette associazioni palermitane che svolgevano il servizio di trasporto emodializzati per conto della locale ASP, capeggiate dalle referenti della Confraternita di Misericordia.
Il patto illecito, attuato tramite la creazione di chat su whatsapp, prevedeva che i diversi partecipanti concordassero di rifiutare, adducendo false situazioni di indisponibilità, l’accettazione del trasporto “collettivo”dei pazienti, rendendosi disponibili solo al più remunerativo “trasporto singolo” dei malati, così ingannando l’ASP e cagionando un danno rilevante alle casse pubbliche.
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