Truffa all’Amat Palermo, giro di biglietti falsi: dipendenti indagati

Scoperto a Palermo un giro di biglietti dell’autobus falsi messi in commercio attraverso le rivendite di tabacchi che ha arrecato un danno milionario all’Amat.  Dodici le persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui 4 dipendenti.

Ieri mattina – secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia – i militari del Gruppo Palermo della guardia di finanza, si sono presentati negli uffici di via Roccazzo e hanno acquisito dei documenti che serviranno alla prosecuzione dell’indagine, sulla quale vige la massima riservatezza.

Dalle indagini è emerso che alcuni dipendenti, con la complicità di una tipografia, si sarebbero dedicati alla falsificazione di biglietti. Sarebbero almeno un milione e mezzo all’anno i tagliandi fasulli piazzati sul mercato.

I biglietti falsi venduti ai tabaccai

L’ipotesi è che alcuni dipendenti siano riusciti a impossessarsi del file originale utilizzato per produrre i biglietti,  una tipografia che avrebbe poi stampato migliaia di tagliandi identici a quelli veri. I tagliandi falsi sarebbero stati venduti soprattutto ai tabaccai. I vertici dell’ex municipalizzata hanno iniziato ad avere sospetti dopo che la truffa andava avanti già da un paio d’anni, rilevando che  rivendite chiedevano meno biglietti  di quelli effettivamente immessi sul mercato. Da qui l’avvio delle indagini. Il sostituto procuratore Pierangelo Padova ha iscritto nel registro degli indagati dieci persone, fra cui due dipendenti dell’Amat. Gli stampatori dei tagliandi falsi e quattro edicolanti.

 

Un meccanismo collaudato

Due addetti alle vendite di biglietti nel punto Amat del centro commerciale Conca d’Oro di via Lanza di Scalea hanno messo appunto un sistema collaudato per immettere i falsi tagliandi. Durante i loro turni attaccavano con il nastro adesivo un foglio con la scritta “guasta” sulla macchina per l’emissione automatica dei biglietti e affiggevano un secondo cartello con scritto “rivolgersi al punto Amat”. In questo modo le centinaia di passeggeri erano costretti a rivolgersi ai due dipendenti che vendevano loro i tagliandi falsificati a prezzo pieno. In realtà il macchinario per la vendita era regolarmente in funzione ed era carico di biglietti veri e questo stratagemma serviva solo per deviare la clientela verso i falsari.