TRENI FERMI, GOVERNO E AZIENDE RIFLETTANO

“Solo in Italia può succedere che si apra alla concorrenza un mercato importante come quello dei trasporti pubblici senza regole eguali per tutte le Aziende – afferma il Segretario OrSA Trasporti Alessandro Trevisan – “.

di redazione

“Solo in Italia può succedere che si apra alla concorrenza un mercato importante come quello dei trasporti pubblici senza regole eguali per tutte le Aziende – afferma il Segretario OrSA Trasporti Alessandro Trevisan – “.
“Solo in Italia un Governo decide per decreto che una Categoria di lavoratori non deve sottostare ad una unica regolamentazione collettiva del lavoro. Solo in Italia non si riconosce come gravoso ed usurante il lavoro di un Capo Treno, un Macchinista o un Manovratore costretti ad aspettare i 67 anni per andare in pensione. Solo in Italia si attendono anni per rinnovare un Contratto e solo ai ferrovieri si chiede di aumentare l’orario settimanale, le prestazioni giornaliere, di ridurre il riposo senza alcun aumento contrattuale. Ecco le risposte alla domanda perché mai oggi i treni non circolano.”
Ed infatti il traffico ferroviario, afferma il Sindacato Autonomo OrSA, è praticamente paralizzato dalle Alpi alla Sicilia.
In Lombardia, nella Società Regionale Trenord, le adesioni sfiorano il 90% del personale normalmente utilizzato, mentre i treni di Trenitalia sono praticamente tutti “nei depositi” fatta eccezione per alcuni Eurostar sulle linee principali, molti meno dei 9 treni su 10 assicurati da FS.
“Crediamo che il segnale a Governo e Aziende sia arrivato forte e chiaro. La politica dei trasporti nel nostro Paese non può essere fondata sul dumping sociale, sulla riduzione dei servizi e sul taglio dei posti di lavoro. Garantire un servizio pubblico è un impegno collettivo ed un costo che non può essere lasciato solo alle risorse statali. Troppo facile per i treni privati circolare sull’infrastruttura ferroviaria pagata dallo Stato per fare cassa sulle tratte dove si guadagna, lasciando a “Pantalone” i costi dei treni per i pendolari e per le famiglie. I ferrovieri lottano contro questa selvaggia privatizzazione dei servizi essenziali per i cittadini, al pari dei diritti e delle tutele del proprio lavoro messi a repentaglio da questa politica di tagli a occupazione e salari.”.

Lo sciopero è terminato alle ore 21 di domenica 22 aprile, ma in assenza di un intervento regolatorio del Governo e del rinnovo di un Contratto atteso da oltre 3 anni la conflittualità nei trasporti è destinata ad inasprirsi, confermano dall’OrSa.