ROMA (ITALPRESS) – “E’ da escludere in radice l’introduzione di una imposta patrimoniale che, per effetto del suo prelievo, dirottando verso lo Stato capitali attualmente depositati o investiti in banche e assicurazioni, le farebbe fallire, cosi’ creando un disastro ancora peggiore di quello che si vorrebbe evitare”. Lo scrive Giulio Tremonti in un articolo sul Corriere della Sera in cui affronta il tema del debito pubblico italiano.
Tremonti propone un piano strutturato: “In alternativa rispetto all’imposta patrimoniale, rispetto alla Troika, rispetto alle perdite in linea capitale che ovunque e comunque sarebbero generate da una crisi cosi’ determinata, si lancia un “piano di difesa e ricostruzione nazionale”. Un piano che nel suo senso civile e politico non sarebbe poi troppo diverso da quello lanciato nel 1948 con grande successo, sottoscritto dal Guardasigilli Togliatti che lo accompagno’ con questa frase: “Il prestito dara’ lavoro agli operai. Gli operai ricostruiranno l’Italia””.
Per l’ex ministro “la realta’ e’ oggi certo molto diversa da allora, ma lo spirito puo’ e deve essere lo stesso. Un piano basato sull’emissione di titoli pubblici a lunghissima scadenza, con rendimenti moderati, ma sicuri e fissi, garantito dal sottostante patrimonio della Repubblica (per cui si puo’ e si deve introdurre un regime speciale, anche urbanistico), titoli assistiti, come in un tempo che e’ stato felice, da questa formula: “esenti da ogni imposta presente e futura””. “Se funziona, questo piano puo’ essere la base non solo per evitare il peggio, ma anche per andare verso il meglio, per entrare nell’epoca nuova, incerta, ma non necessariamente negativa che ci si apre – sottolinea Tremonti -. Perche’ questo sia serve uno Stato che fa seriamente lo Stato; serve un settore privato che funzioni una volta che gli e’ garantito il massimo possibile grado di liberta’: tutto e’ libero tranne cio’ che e’ vietato dalla legge penale e non come oggi dove tutto e’ vietato per principio salve alcune graziose concessioni”.
Il piano per Tremonti “e’ certo discutibile e perfezionabile, e’ solo un tentativo. E’ in ogni caso e comunque essenziale che tutti insieme e ora piu’ che mai si abbia una proiezione patriottica, comunitaria e sociale, il sentimento di essere parte di una stessa patria perche’, ancora una volta nella nostra storia e’ arrivato il momento dell'”unum necessarium””.
(ITALPRESS).
sat/red
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