Trattativa Stato-Mafia, indagato Mancino. L’ex ministro: non ho testimoniato il falso

Palermo, 9 giu. – L’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino ‘ iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo per falsa testimonianza nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattat…

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di redazione

Palermo, 9 giu. – L’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino ‘ iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo per falsa testimonianza nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia dopo le stragi del ’92.

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Secondo notizie riportate da alcuni quotidiani mancino sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dopo la sua deposizione al processo del generale Mario Mori. Proprio quel giorno, all’uscita dall’aula il pm Antonino Di Matteo aveva detto che “qualche uomo delle istituzioni mente”.

”Non mi sorprende la notizia della mia iscrizione nel registro degli indagati – afferma Mancino -. Il teorema che lo Stato, e non pezzi o uomini dello Stato, abbia trattato con la mafia ‘ vecchio di almeno venti anni ma non c” ancora straccio di prova che possa confortarlo di solidi argomenti”, afferma l’ex ministro dell’Interno.

”Per quanto mi riguarda – prosegue Mancino – sono stato ministro dell’Interno e ho difeso lo Stato dagli attacchi della mafia, che ho combattuto con fermezza e determinazione. Secondo notizie riportate da alcuni quotidiani, sarei stato iscritto nel registro degli indagati per falsa testimonianza. Prover’ la mia lealt’ nei confronti delle istituzioni e della stessa magistratura, come dimostrer’ la mia estraneit’ a qualsiasi altra ipotesi penalmente rilevante, e smentir’ la fantasiosa e burocratica ricostruzione secondo cui, al fine di evitare le stragi, sarebbe stato opportuno cambiare ministro”. ”Dimenticando -conclude Mancino- che chi aveva assunto la responsabilit’ di titolare dell’Interno era ed ‘ quel parlamentare, il senatore Mancino, che da capogruppo della Dc a Palazzo Madama present’ come primo firmatario un disegno di legge, poi divenuto legge, che avrebbe salvato, come salv’, da imminente prescrizione il maxiprocesso di Palermo”.