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Trattativa Stato – mafia. Gozzo e Lari: ‘Paolo Borsellino percepito come ostacolo’

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di redazione

La trattativa tra lo Stato e la mafia “e’ avvenuta” e il giudice Paolo Borsellino, che ne era a conoscenza come dimostro’ nell’incontro avuto il 28 giugno del ’92 a Roma con Liliana Ferraro, capo dell’Ufficio affari penali del ministero della Giustizia, sarebbe stato ucciso perchè percepito come ostacolo alla trattativa stessa. Lo ha ribadito, ricostruendo la corposa attivita’ investigativa della procura di Caltanissetta, il procuratore aggiunto Domenico Gozzo, ascoltato con il procuratore capo Sergio Lari e altri colleghi dalla commissione Antimafia. Una trattativa, ha detto Gozzo, “iniziata nel ’92 e che ha avuto compimento nel ’93 “, anno nel quale “ha trovato il suo frutto avvelenato”. Alla fine di quell’anno “tra mancate proroghe e revoche, salto’ circa il 50% dei 41 bis”. Ma Cosa nostra, ha ricordato Gozzo, “non era soddisfatta e programmava una nuova strage per gennaio ’94, per uccidere giovani carabinieri a margine di una partita di calcio a Roma. La strage non ci fu e l’arresto dei fratelli Graviano all’inizio del ’94 segno’ la fine della strategia stragista”. “Borsellino venne ucciso proprio a luglio del ‘ 92 perche’ percepito come ostacolo – ha sottolineato Gozzo – e per fare riprendere una trattativa che, come aveva detto Riina, aveva qualche difficolta’”. Per questo i tempi dell’attentato sarebbero stati accelerati. Secondo il procuratore capo Sergio Lari poi, ‘per le stragi di mafia del ’92 e ‘ 93 ‘non e’ esatto parlare di mandanti esterni ma semmai di concorrenti esterni che possono avere contribuito alla fase esecutiva dopo una decisione presa autonomamente da Cosa Nostra’. ‘”Salvatore Riina era pienamente legittimato a decidere quando agire “, ha spiegato Lari , e la legittimazione gli veniva da una riunione tenuta a dicembre del ’91 in cui si decisero gli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Dunque, ha sottolineato il procuratore di Caltanissetta, “e’ da escludersi che abbiano ricevuto ordini dall’ esterno” perche’ “non esistono entita’ esterne in grado di imporre volonta’ a Cosa Nostra”.

Redazione

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