Sarebbero gruppi armati libici a organizzare, per autofinanziarsi, molti sbarchi di migranti sulle coste italiane. Emerge da un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che da tempo indaga sui cosiddetti viaggi della speranza ipotizzando il reato di tratta di esseri umani. Da alcune intercettazioni emerge infatti un collegamento tra gli organizzatori della tratta, già identificati e indagati, e gruppi di miliziani libici.
Le intercettazioni ambientali hanno accertato che un solo viaggio può fruttare circa un milione di dollari e che ci sono contatti frequenti, anche telematici, fra alcuni arabi che vivono in Sicilia e altri che in Libia sono organizzano i viaggi.
E’ stata anche accertata la vicinanza fra coloro che hanno fatto fuoco contro la motovedetta ed Ermies Ghermaye, nato in Etiopia ma attivo in Libia, che è stato raggiunto da un mandato di arresto internazionale insieme con il sudanese John Maharay e l’Eritreo Abkadt Shamshedin, che sono ricercati dall’Interpol.
I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – i procuratori aggiunti Leonardo Agueci e Maurizio Scalia, i sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri – hanno individuato i responsabili della tratta di clandestini, che non si ferma alla fase del viaggio, perché una volta giunti in Sicilia i migranti possono contare su un’organizzazione che li smista nel Nord Italia o addirittura in Svezia, Norvegia, Canada e Australia.
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