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di redazione
Oltre 180 ‘padroncini’ che operavano senza pagare le tasse dietro il paravento di alcune cooperative. Più di mille lavoratori impiegati presso diverse aziende sul territorio siciliano, formalmente assunti dalle cooperative che poi non versavano i contributi previdenziali ed assicurativi. Questo in sintesi il quadro emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Palermo che ha scoperto una frode fiscale da 120 milioni di euro . Le Fiamme gialle hanno sequestrato cinque cooperative di trasporto merci su strada e i beni nella disponibilità degli amministratori. Sul raggiro si allunga l’ombra di Cosa Nostra: nel corso dell’indagine sono state ritrovate fatture false emesse a favore delle cooperative da parte di due aziende riconducibili ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, i boss di Brancaccio detenuti entrambi al 41 bis. Tra i soci e i dipendenti di alcune delle coop coinvolte, inoltre, figurano persone già arrestate in passato per mafia. Il sequestro ha riguardato 99 automezzi tra motrici, autocarri e furgoni, 10 autoveicoli, 6 motocicli, 5 terreni agricoli, 17 immobili e oltre 60 rapporti bancari, per un valore complessivo superiore ai 62 milioni di euro, pari alle imposte evase. Scoperte fatture per operazioni inesistenti per 120 milioni di euro e illecite compensazioni di debiti erariali per oltre 16 milioni. Il sistema su cui hanno fatto luce i finanzieri con l’operazione denomita ‘Dark truck’, ha permesso, negli anni, di beneficiare di ingenti e indebiti vantaggi fiscali a numerose aziende del settore della distribuzione, alcune delle quali sottoposte a sequestro perchè riconducibili a soggetti indiziati o indagati per mafia. Le cooperative coinvolte sono IL BISCIONE TRASPORTI, EMMEDI LOGISTIC, MA.DA. GROUP, T.&F., GI.DA. GROUP, MILLENIUM TRASPORTI e TRASPORTI E SPEDIZIONI. Gli indagati sono Giuseppe Damiata, Anna Mangano, Antonio Costanza, Salvatore Oneto, Francesco Faija e Giosuè Rizzuto. Tra le aziende riferibili a beneficiari della frode, la cdr e la SICILIA DISTRIBUZIONE DIVISIONE LOGISTICA, riconducibili al boss di Carini Giovan Battista Pipitone di 63 anni.
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