Trapani, 9 Apr. – La Divisione anticrimine della Questura di Trapani e il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno sequestrato sei società degli imprenditori trapanesi Francesco e Vincenzo Morici (padre e figlio), ritenuti legati al boss latitante Matteo Messina Denaro.
Il sequestro è avvenuto su disposizione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani e su proposta del questore Carmine Esposito.
Il valore dei beni sequestrati ammonta a oltre trenta milioni di euro. Oltre alle sei società, figurano anche 142 immobili, 37 beni mobili registrati, 36 conti correnti e rapporti bancari e nove partecipazioni societarie.
I provvedimenti sono stati eseguiti a Trapani, Roma, Milano, Gorizia e Pordenone. La proposta del questore si basa sulle carte processuali del procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del senatore del Pdl Antonio D’Alì, in corso dinanzi al gup di Palermo.
In occasione della “Louis Vuitton Cup – Act 8 -9”, i Morici si sarebbero accordati con Cosa Nostra per aggiudicarsi la gara relativa ai lavori di strutturazione del porto di Trapani.
Dalle indagini, sarebbe emersa l’esistenza di intese con il boss mafioso Francesco Pace (capomafia di Trapani), il senatore D’Alì e imprese partecipanti, per favorire i Morici.
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