Trapani, raffica di furti per 90 mila euro: due fermi
Palermo, 10 lug. – Con l’accusa di rapina aggravata e furti la Squadra Mobile di Trapani ha fermato G Di M, 56 anni, ed E L M, 22 anni. Il provvedimento di fermo e’ stato emesso dal sostituto procura…
Palermo – Con l’accusa di rapina aggravata e furti la Squadra Mobile di Trapani ha fermato G Di M, 56 anni, ed E L M, 22 anni. Il provvedimento di fermo e’ stato emesso dal sostituto procuratore Tarondo. Secondo gli inquirenti Di Maggio e Li Mantri sono i basisti di una violenta rapina messa a segno lo scorso 15 marzo ai danni di un commerciante del quartiere San Giuliano. Quel giorno 5 palermitani Giovanni Beone, Luigi Verdone, Giuseppe Marrone, Antonio Patti e Giuseppe Amato, fingendo di essere dei finanzieri, riuscirono a introdursi nell’abitazione della vittima, sostenendo di dover effettuare una perquisizione alla ricerca di droga e armi.
Una volta dentro, pero’, il commando sequestro’ in cucina la famiglia e minacciando con una pistola la moglie e i tre figli, costrinse il commerciante ad aprire la cassaforte custodita in un vicino appartamento. Il commando in quell’occasione venne arrestato in flagranza di reato dalle Squadre Mobili di Trapani e Palermo. Ma le indagini hanno permesso di appurare come proprio Di Maggio e Li Mantri, insieme a un’altra persona indagata a piede libero avessero fornito ai complici palermitani l’indispensabile supporto logistico, informativo e operativo per mettere a segno la rapina, dando informazioni sulla vittima, sulle sue abitazioni di vita, sulle disponibilita’ economiche. Inoltre avevano accompagnato i complici sul posto.
Gli investigatori, inoltre, hanno appurato come i due fermati siano anche gli autori di una raffica di furti messi a segno a Trapani ai danni di un’autofficina e di un altro esercizio commerciale, che hanno fruttato loro complessivamente 90 mila euro. Di Maggio, infine, e’ accusato anche del furto nella notte tra il 29 e il 30 marzo scorso della corona della statua della Madonna. Durante la storica processione dei Misteri, infatti, l’uomo e un complice in corso di identificazione si sono introdotti nella chiesa Nostra Signora di Fatima e hanno sottratto la corona, pensando che fosse interamente in oro e scoprendo solo successivamente che aveva invece scarso valore economico. Per entrambi i fermati si sono spalancate le porte del carcere.