6 Dicembre 2011 – “Avevamo spiegato, quando si discuteva della delibera, proposta dall’Amministrazione, relativa al regolamento sull’arredo urbano, che prevedere l’installazione di gazebo e strutture fisse sarebbe stato fuori legge e che il regolamento che il Consiglio Comunale avrebbe eventualmente approvato sarebbe stato solo carta straccia. Oggi, su quello che dicevamo, c’è la conferma anche della Regione Siciliana. Ed è la conferma che qualcuno, per fini che non sono certo di interesse pubblico, ha cercato di fare passare l’introduzione nel regolamento di strutture non precarie, con grave pregiudizio sia per il territorio sia per gli stessi esercenti, che avrebbero violato la legge e sarebbero stati raggiunti da provvedimenti giudiziari”. Il Sindaco Girolamo Fazio torna sulla vicenda del regolamento sull’arredo urbano, di recente approvato dal Consiglio Comunale, dopo che l’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente ha trasmesso una nota al Consiglio Comunale di Palermo (che discute in questi giorni una delibera sullo stesso argomento), facendo chiarezza sul tema: la realizzazione dei gazebo, afferma la Regione, “costituisce trasformazione del territorio”, incrementa “il carico urbanistico” e pertanto tutte le strutture al servizio di bar, ristoranti, locali vengono equiparati a veri e propri fabbricati e la loro realizzazione deve “trovare riscontro anche tra le disposizioni del regolamento edilizio comunale, se non anche tra le norme tecniche di attuazione del vigente piano regolatore generale e del piano particolareggiato del centro storico”.
“L’Assessorato Regionale – dice Fazio – conferma quello che avevamo detto: una cosa sono le strutture precarie, un’altra i gazebo che devono rispondere a norme di tipo urbanistico. In questa vicenda – conclude il Sindaco – dispiace constatare ancora una volta che ci siano consiglieri disposti, per fini elettorali e comunque lontani dall’interesse della collettività, a forzature, che violano le norme, mettendo tra l’altro nei guai gli stessi esercenti a cui magari si promettono sanatorie e regolarizzazioni che non esistono affatto”.
(Comune Trapani)
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