Trapani, arrestate sei persone che coprivano la latitanza di Matteo Messina Denaro
Mentre i colleghi di Palermo arrestavano il boss mafioso Antonino Messicati Vitale, i carabinieri di Trapani non stavano certo a guardare e conducevano una brillante operazione antimafia nella loro provincia…
di redazione
Trapani, 7 dic. – Mentre i colleghi di Palermo arrestavano il boss mafioso Antonino Messicati Vitale, i carabinieri di Trapani non stavano certo a guardare e conducevano una brillante operazione antimafia nel Trapanese, eseguendo sei provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti indagati per mafia, emessi dal Gip di Palermo su richiesta della Dda del capoluogo siciliano.
Sequestrati beni per 10 milioni di euro. Al centro delle indagini, l’infiltrazione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi in attività legate alle energie rinnovabili, realizzata attraverso la la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani.
I proventi illeciti venivano utilizzati anche per finanziare la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. In manette l’imprenditore di Salemi, Salvatore Angelo, uomo del businnes delle energie pulite; Santo Sacco, consigliere del Pdl alla Provincia di Trapani; Salvatore Pizzo, consigliere comunale di Terrasini nel Palermitano.
E ancora: Gaspare Casciolo, considerato il capo della famiglia mafiosa di Salemi, Paolo Rabito e Gioacchino Villa che farebbero parte dello stesso clan.
IL RUOLO DELL’EX CONSIGLIERE COMUNALE DI TERRASINI – L’ex consigliere comunale di Terrasini, Salvatore Pizzo, finito in manette con altre cinque persone con l’accusa di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, corruzione aggravata e altri delitti, era stato eletto alle amministrative del 2011 in una delle liste dell’attuale sindaco in carica Massimo Cucinella. Dopo l’insediamento, aveva ricoperto pure il ruolo di Vicepresidente del Consiglio, fino allo scorso mese di marzo, quando il tar ha ribaltato il risultato elettorale, decidendo che otto consiglieri comunali, tra i quali Pizzo, dovevano essere rimossi dall’incarico e sostituiti da altri otto colleghi rimasti inizialmente fuori da Palazzo La Grua, per un cavillo nei calcoli dell’assegnazione dei seggi. E la precisazione arriva pure da una nota ufficiale del Comune di Terrasini, sottoscritta dal sindaco Massimo Cucinella e dal Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Pizzo, i quali evidentemente, intendono prendere immediatamente le distanze dal soggetto, confidando nell’operato della Magistratura. Ma Salvatore Pizzo non era alla prima consiliatura, già durante il breve mandato dell’ex sindaco Girolamo Consiglio, poi sfiduciato, sedeva negli scranni dell’opposizione consiliare, ad eccezione di un piccolissimo lasso tempo. Infatti, in uno dei molti tentativi di Mimmo Consiglio di costruirsi una maggioranza in aula, anche se per soli pochissimi mesi, se lo ritrovò a sostegno. A Terrasini adesso c’è sgomento. Apparentemente Salvatore Pizzo, per chi in paese lo conosceva, era una persona rispettabile, un insospettabile, mail sostituto Procuratore Teresa Principato e il Procuratore della Repubblica Francesco Messineo, delineano perfettamente il suo ruolo nell’operazione antimafia venuta alla luce oggi.