Transgender Day – Queer as Unict illumina Piazza Università in ricordo delle vittime della transfobia

Palmira Garcìa viene ritrovata parzialmente scotennata, il suo corpo presenta segni di tortura e lacerazioni al volto.

Astrid Carolina Lòpez Cruz, morta dopo essere stata picchiata e accoltellata.

Jessica Rollon viene ritrovata senza vita su una strada a Ciserano (BG) abbandonata da diversi giorni dopo essere stata strangolata.

Shelley Hilliard dopo essere stata decapitata viene smembrata e bruciata.

Gaurav Gopalan muore per un’emorragia sub-aracnoidea, si pensa a seguito di un pestaggio.

Gabi viene picchiata e bruciata viva.

Didem viene sgozzata.

Miss Nèe Eugene Davis viene uccisa da uno sparo.

 

Con forza ieri in Piazza Università, in occasione dell’ “International Transgender Day of Remembrance”, i nomi delle vittime della transfobia, che quasi come un cancro ogni anno miete centinaia di morti, sono stati urlati dagli attivisti di “Queer as Unict”.

Una breve performance ha visto protagonista una ragazza transgender, Vittoria, studentessa come tutti i membri del neonato movimento, la quale ha portato per strada, tra la gente “per bene” che di solito volta lo sguardo o nella peggiore delle ipotesi è promotrice dell’atto di violenza, i soprusi che ogni giorno tutte le persone nella sua condizione affrontano.

Quelli citati, purtroppo, sono solo alcuni dei nomi di chi ha pagato, con la propria vita, l’ignoranza e la crudeltà del mondo in cui viviamo.

Troppo spesso e con troppa superficialità i gay pride e le giornate della memoria vengono visti come ostentazione, il voler mettersi in piazza non per lottare ma per dare scandalo, fastidio. Chiedetelo a Vittoria, ma anche a Michelle, a Loredana, a Ramon, a Tigresa, a Jeva, a Jessica, a Leticia, a Roberta, a Semiao che fortunatamente possono ancora rispondervi. Chiedete loro come riescano ancora a sorridere e a denunciare violenze e aggressioni “di questa famosa città civile”. Chiedete loro se sanno cosa voglia dire vivere senza paura, essere liberi.

Grande partecipazione ha riscontrato l’azione organizzata dai ragazzi di “Queer as Unict”, gruppo indipendente apartitico, apolitico, aconfessionale mosso dalla passione e dall’energia, dal voler contribuire al cambiamento della società. Così spiega Michele, uno dei fondatori: – La popolazione non è per niente educata al diverso e crediamo che ne abbia bisogno per questo abbiamo deciso di impegnarci in questa giornata. –

Continua Demetra: – Se quello che hai intorno ha qualcosa che non ti convince e tu hai le energie per apporre una modifica, hai il dovere di farlo.

La persona transgender vive un doppio dramma perché, a differenza degli omosessuali che possono comunque camuffare il loro orientamento sessuale, il processo di transizione dà alla persona, soprattutto nei primi anni, connotati di entrambi i sessi: ovviamente quale miglior banchetto per chi è subito pronto a puntare il dito verso il “diverso”, a giudicare, ad aggredire?

La categoria transgender – prosegue Michele – anche nello stesso mondo omosessuale è molto trascurata, poco conosciuta e non ben compresa. Il concetto di disforia di genere, e quindi di persone che si identificano nel sesso opposto al loro sesso biologico e intraprendono il percorso di transizione, è ancora poco chiara all’interno della stessa comunità GLBT se non per chi la vive. Spesso il transgenderismo viene preso come una manifestazione esagerata dell’omosessualità ma è qualcosa di ben diverso. –

Tante candele sono state accese ieri e un minuto di silenzio è stato celebrato, non solo nel ricordo di chi è morto ma nella speranza che presto qualcosa possa cambiare.