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Tragedie Greche Siracusa 2012: programma delle rappresentazioni classiche

di redazione

Il XLVIII Ciclo di Spettacoli Classici si aprirà giorno 11 maggio con Prometeo di Eschilo, nella traduzione di Guido Paduano, per la regia di Claudio Longhi e con Massimo Popolizio nel ruolo di Prometeo; a seguire, il 12 maggio, la rappresentazione delle Baccanti di Euripide, nella traduzione di Giorgio Ieranò, per la regia di Antonio Calenda e con Giorgio Albertazzi nel ruolo di Dioniso. Le scene sono di Rem Kolhaas, il Coro sarà composto dalla Martha Graham Dance Company.
Le due tragedie  andranno in scena a giorni alterni fino al 29 giugno, lunedì esclusi.
Anche l’edizione 2012 prevede una commedia in cartellone, Gli Uccelli di Aristofane che andranno in scena, con la regia di Roberta Torre, tutti i lunedì (14,21,28 maggio;4,11,18,25 giugno) e sabato 30 giugno, data di chiusura del XLVIII Ciclo di Spettacoli Classici.

 

Prometeo di Eschilo

Il dramma è ambientato in Scizia, tra le rupi di una terra desolata.
Potere e Forza, accompagnati da Efesto, hanno catturato il titano Prometeo ed ora lo incatenano ad una rupe: è un ordine di Zeus, che lo punisce per aver elargito indebiti favori ai mortali ed aver donato il fuoco agli uomini, ribellandosi al suo volere. Incatenato in questa terra di confine il prigioniero ribelle incontrerà i personaggi del dramma, creature cosmiche, immaginifiche o mostruose, che tentano di portargli conforto e consiglio: il Coro delle ninfe Oceanine, il titano Oceano, con il suo cavallo alato, Io, la fanciulla amata da Zeus e tramutata in vacca per la gelosia di Era, costretta a vagare in un eterno viaggio per via di un assillo che la rende folle. A lei Prometeo il veggente preannuncia le future peregrinazioni, la conquistata liberazione, la sorte della sua discendenza. Proprio in virtù del suo dono profetico, Prometeo conosce un segreto che potrebbe causare la rovina di Zeus, la nascita di un figlio in grado di spodestare il padre: per questa ragione Zeus ordina ad Hermes di raggiungere Prometeo ed indurlo a confessare la verità. A nulla serviranno gli argomenti o le minacce del dio, di fronte allo spirito indomito del titano: la collera di Zeus si volgerà contro Prometeo, con tutta la sua violenza, ed  il titano sarà scagliato nell’abisso, insieme alla rupe cui è incatenato.

Datazione incerta
probabilmente composta negli anni sessanta del V sec. a.C.

Baccanti di Euripide

Il dio Dioniso, figlio di Zeus e di Semele, giunge in forma umana a Tebe, patria della madre, per punire, travolgendone le menti, quanti hanno dubitato della sua natura divina. Rese folli dal dio, le donne tebane e le figlie di Cadmo, che lo avevano misconosciuto, sono ora fuggite sui monti, per celebrare i riti dionisiaci, mentre il dio si è lasciato volutamente catturare dal re Penteo ed incatenare all’interno della sua reggia. E’ lo stesso Dioniso a raccontare i fatti, nel prologo del dramma.
Il delirio dionisiaco si diffonde ora per tutta la città: anche il padre di Semele, Cadmo, e l’indovino Tiresia celebrano la potenza del dio. Solo Penteo, figlio di Agave, è deciso ad opporsi alla follia ispirata da Dioniso, ma quando le donne si recano sul monte Citerone per celebrarne i misteri, si lascia convincere dal dio a seguirlo sul monte, travestito da donna, per spiarle. A questo punto, la madre di Penteo, Agave, sorella di Semele, e le Baccanti in preda al delirio dionisiaco lo scambiano per un leone e lo fanno a pezzi. Venuto al corrente dell’accaduto, Cadmo ricompone le membra di Penteo e per ultimo trova il suo capo nelle mani della madre: solo adesso Agave riconosce con orrore il figlio in quella che credeva la testa del leone, esibita come un trofeo. La vendetta è compiuta. Dioniso appare ora dinanzi a Cadmo che piange la morte di Penteo: le sventure accadute derivano dal non aver onorato la potenza del dio. Cadmo soffrirà ancora finché, mutato in drago, sposerà Armonia e troverà pace.

Datazione incerta. Tra il 405 e il 403 a.C.

Uccelli di Aristofane

Pisetero ed Evelpide, due Ateniesi stanchi di vivere nella propria città resa opprimente da costanti delazioni e processi, hanno deciso di insediarsi nel mondo degli uccelli, l’unico veramente libero. I due riescono a farsi accettare, nonostante le iniziali resistenze, grazie al sostegno dell’Upupa, l’uccello che un tempo era stato un uomo, il re trace Tereo. Tuttavia, a causa dei nuovi arrivati, questo mondo alternativo inizia a somigliare al luogo da cui loro stessi erano fuggiti: Pisetero convince infatti l’Upupa e gli altri uccelli dei vantaggi che avrebbero ricevuto fondando una città tra cielo e terra. D’altra parte, sottolinea Pisetero seducendo facilmente i suoi ascoltatori, furono gli uccelli e non gli dei i più antichi abitanti del mondo.  La nuova città, battezzata Nubicucculia, sarà  potentissima, perché intercettando i fumi delle vittime consacrate dagli uomini agli dei, costringerà questi ultimi a scendere a patti con gli uccelli per non morire di inedia. Inoltre Nubicucculia viene cinta da un muro cosicché gli dei non potranno più soddisfare liberamente le loro voglie tra gli umani senza il benestare degli uccelli.

Nubicucculia si corrompe dunque rapidamente cedendo alle logiche del potere; anche da Atene giungono persone d’ogni tipo per trarne vantaggio: un sacerdote, un poeta, un oracolista, un geometra, un ispettore, un mercante di decreti. Pisetero li caccia via, così come caccia quanti chiedono asilo. Manda via persino la dea Iride, messaggera di Zeus, entrata in città senza lasciapassare. A questo punto, infuriati, gli dei mandano una delegazione per far desistere gli uccelli dai loro propositi, ma questi – sobillati da Pisetero che a sua volta segue tutte le istruzioni impartitegli da Prometeo – non cedono ed anzi offrono ai nuovi venuti un piatto ricolmo di loro “concittadini” arrostiti: una punizione esemplare per gli oppositori del regime.

Per poter godere ancora dei deliziosi profumi dei sacrifici, alla delegazione divina formata da Poseidone, Eracle e Triballo non resterà che assecondare la volontà degli uccelli: Zeus dovrà restituire loro lo scettro ed acconsentire al matrimonio di Pisetero con sua figlia Basileia, la depositaria dei fulmini, simbolo del potere assoluto.

Datazione 414 a.C

Calendario rappresentazioni:

Maggio 2012
Inizio spettacoli h 18.30
11    VEN     Prometeo     
12    SAB     Baccanti     
13    DOM     Prometeo     
14    LUN     Uccelli     
15    MAR     Prometeo     posto unico
16    MER     Baccanti     posto unico
17    GIO     Prometeo     
18    VEN     Baccanti     
19    SAB     Prometeo     
20    DOM     Baccanti     
21    LUN     Uccelli     
22    MAR     Baccanti     posto unico
23    MER     Prometeo     posto unico
24    GIO     Baccanti     
25    VEN     Prometeo     
26    SAB     Baccanti     
27    DOM     Prometeo     
28    LUN     Uccelli     
29    MAR     Prometeo     
30    MER     Baccanti     
31    GIO     Prometeo

Giugno 2012
Inizio spettacoli h 18.45
01    VEN     Baccanti     
02    SAB     Prometeo     
03    DOM     Baccanti     
04    LUN     Uccelli     
05    MAR     Baccanti     posto unico
06    MER     Prometeo     posto unico
07    GIO     Baccanti     
08    VEN     Prometeo     
09    SAB     Baccanti     
10    DOM     Prometeo     
11    LUN     Uccelli     
12    MAR     Prometeo     
13    MER     Baccanti     
14    GIO     Prometeo     
15    VEN     Baccanti     
16    SAB     Prometeo     
17    DOM     Baccanti     
18    LUN     Uccelli     
19    MAR     Baccanti     
20    MER     Prometeo     
21    GIO     Baccanti     
22    VEN     Prometeo     
23    SAB     Baccanti     
24    DOM     Prometeo     
25    LUN     Uccelli     
26    MAR     Prometeo     
27    MER     Baccanti     
28    GIO     Prometeo     
29    VEN     Baccanti     
30    SAB     Uccelli

Per informazioni sull’acquisto dei biglietti potete contattare l’agenzia Ausoniaviaggi – Via Gaetano Daita, 66 90139 PALERMO (PA) tel. 091-585555 fax 091.320578 email: info@ausoniaviaggi.it

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