Traffico rifiuti e rame nel cosentino, 5 arresti e 61 indagati
COSENZA (ITALPRESS) – Carabinieri Forestali e Guardia di Finanza di Cosenza hanno eseguito misure cautelari personali nei confronti di 61 indagati e 3 società per traffico illecito di rifiuti, ricettazione e riciclaggio di quantitativi, anche ingenti, di cavi di rame di provenienza illecita, e riguardanti in particolare il territorio di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza.
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Dei 61 indagati, 5 sono agli arresti domiciliari, per 28 misure cautelari dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e per gli altri 28 misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sequestrati numerosissimi automezzi.
Nei confronti delle 3 società operanti nel settore dei rifiuti e del commercio di rottami ferrosi, con sede, rispettivamente, in Calabria e Campania (con sede secondaria nel Lazio), è stato eseguito il sequestro preventivo quali quote sociali e degli interi patrimoni aziendali.
Le indagini sono partite dai controlli dei carabinieri Forestali di Cosenza presso una società di Montalto Uffugo (CS) e si sono avvalse dell’attività tecnica d’intercettazione e videosorveglianza supportate da una minuziosa attività di riscontro documentale e dalle attività di pedinamento.
Sono state scoperte “attività organizzate per il traffico di rifiuti”, ricettazione e riciclaggio di cavi e manufatti in rame.
In particolare, è emerso come i titolari della società abbiano messo a disposizione la propria azienda, diventata il centro nevralgico del traffico di rifiuti e del rame, e in quel luogo, con l’apporto dei diversi concorrenti, il metallo veniva recuperato, pesato, ceduto combusto ed occultato, al di sotto di carichi apparentemente legali, prima della vendita a terzi acquirenti.
La stessa società, inoltre, ha acquistato e poi ceduto ingenti quantitativi di rifiuti, in parte pericolosi e illecitamente conferiti, omettendo qualsiasi tipo di trattamento, attestando falsamente la loro cessazione dalla qualifica di rifiuto predisponendo tutta la documentazione necessaria a simulare la tracciabilità dei rifiuti e dello stesso rame, sottratto furtivamente anche ad infrastrutture destinate all’erogazione di energia e di telecomunicazioni. Per le tre aziende coinvolte è stato apposto il vincolo cautelare reale sulle quote sociali e degli interi patrimoni aziendali, per un valore stimato complessivo pari a 10 milioni.