Trafficanti d’arte, carabinieri recuperano mille reperti: 90 denunce

Quasi mille reperti di interesse storico recuperati, 90 le persone denunciate, oltre 600 i controlli preventivi.

Sono i numeri del 2016 del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in Sicilia, che hanno visto impegnati i militari del Nucleo di Palermo e della dipendente Sezione di Siracusa in molteplici ambiti di intervento, con attenzione al traffico illecito di beni archeologici e ai furti di beni culturali.

Nel 2016, il contrasto al traffico illecito di beni archeologici ha registrato importanti successi. In primo luogo, il recupero della “Testa di Ade”, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Enna. Il reperto, capolavoro inestimabile d’epoca ellenistica, era stato trafugato alla fine degli anni ’70 a Morgantina ed illecitamente esportato a Los Angeles.  A seguito della restituzione, la “Testa” è tornata in Sicilia e consegnata al museo archeologico di Aidone (EN).

Lo scorso 23 maggio, in occasione del 25° anniversario delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, l’opera è stata simbolicamente esposta presso l’aula bunker di Palermo per poi giungere, nella stessa giornata, al Comando Legione Carabinieri “Sicilia”, dove è stata esposta tra i beni recuperati dal TPC nella mostra “Fidelis”, che potrà essere visitata sino al 10 settembre 2017.

Operazione Himera

L’impegno investigativo ha avuto la massima espressione nell’operazione “Himera” che ha permesso di smantellare un’organizzazione dedita al traffico di reperti archeologici scavati in vari siti siciliani e destinati all’illecita esportazione in Germania.

L’attività, diretta dalla Procura di Termini Imerese, si è conclusa a maggio, dopo quasi due anni di indagini, con l’esecuzione di 3 misure cautelari personali, la denuncia di 22 persone e il sequestro di 409 reperti archeologici di epoca greca e romana (recuperati complessivamente dall’inizio delle indagini). Inoltre, il Nucleo ha preso parte all’operazione internazionale “Pandora”, sequestrando, a Sciacca, 170 reperti di epoca greca, provento di scavi clandestini.

Collaborazione con l’Interpol

L’operazione, supportata dall’Arma territoriale e in collaborazione con la Direzione Centrale Antifrode e Controllo dell’Agenzia delle Dogane, è stata coordinata da Interpol con l’obiettivo di contrastare, simultaneamente in più Paesi, la commercializzazione di beni d’arte di provenienza illecita. Infine, il costante monitoraggio del web ha permesso di localizzare e sequestrare 310 reperti archeologici, posti in vendita illecitamente attraverso piattaforme telematiche.

In tema di furti di beni culturali, nel 2016 – confermando un trend degli ultimi anni – non vi sono state sottrazioni di notevole valore. Sono stati denunciati 29 furti a fronte dei 22 dell’anno precedente. I luoghi più colpiti sono stati quelli di culto (40%), quelli espositivi (27%) e le abitazioni private (23%).

Gran parte dei furti avvenuti presso musei e biblioteche (prevalentemente beni archivistici) sono emersi a seguito di controlli inventariali. Pertanto, pur venendo registrati nel 2016 possono riferirsi ad eventi commessi negli anni precedenti, in un arco temporale imprecisato.

Tra le attività svolte da Nucleo nel 2016, si segnalano il recupero, a Palermo, di un dipinto ad olio su tavola, risalente al XIX sec., raffigurante “Cristo deposto”, rubato 30 anni fa da un’abitazione privata a Carini e il sequestro di un libro antico intitolato “Biblia, ad vetustissima exemplaria, venetiis”, risalente al 1587, asportato dal convento dei frati minori cappuccini di Modica (RG). Passando ad altri settori di specialità, va menzionata l’azione di salvaguardia del paesaggio e dei beni monumentali, con il sequestro di diversi edifici storici in relazione a violazioni afferenti alla specifica normativa di tutela.

(Nella foto, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ed il Maggiore Luigi Mancuso, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo).