Cronaca

Test agli insegnanti in Sicilia, tra ritardi e medici di famiglia indisponibili

Test agli insegnanti in Sicilia. Manca meno di una settimana al suono della prima campanella in Sicilia dopo il lockdown e il programma per completare i test sierologici agli insegnanti è ancora indietro.

Il test è gratuito ma al momento soltanto il 60% del corpo docenti ha potuto effettuarlo, molto ha influito la scarsa collaborazione da parte dei medici di famiglia nonostante l’assessorato regionale alla Salute li avesse invitati ad accettare a titolo volontario l’esecuzione degli esami. 

Solo nella provincia di Palermo, il personale della scuola conta 20.072 persone, 11.266 delle quali in servizio in città, ma l’Asp ha comunicato che i medici di famiglia, hanno richiesto in tutto ottomila dosi del test, che copriranno appena il 40 per cento del campione.

Molte scuole hanno deciso di riaprire il 24 settembre anziché il 14, per potersi organizzare meglio e comunque dopo il referendum nazionale previsto per il 20-21 settembre. Ma anche questa proroga non sarà probabilmente sufficiente a recuperare il ritardo nei test.

La copertura maggiore si registra a Siracusa (70%), mentre Catania è molto indietro, motivo per cui l’Asp sta predisponendo cinque grandi punti di raccolta in provincia (a Catania città, Biancavilla, Caltagirone, Acireale e Randazzo) e sta andando nelle scuole che ne fanno richiesta.

Il pericolo è che tra ritardi delle Asp e indisponibilità dei medici curanti molti docenti rinuncino ad effettuare il test rendendo lo screening incompleto e frammentario.

La Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, ha comunicato che al momento la proporzione parla di un positivo ogni 350-400 persone.

A Catania invece l’Asp ha registrato fino ad ora 7 positivi al sierologico ma nessuno positivo al tampone.

Ai ritardi dei test si aggiunge quello della consegna dei banchi monoposto che non sono ancora stati consegnati in molte scuole dell’isola.

Ma l’impegno degli istituti scolastici è concentrato sull’obbiettivo di evitare a tutti i costi la didattica a distanza e ridurre solo allo stretto necessario i doppi turni.

Germana Bevilacqua

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