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Terrorismo… e fanatismo religioso

Contro il mondo cattolico c’è, in atto, una preoccupante escalation di attentati mirati a: chiese, comunità religiose, postazioni missionarie e presidi medici. Queste strutture e tante altre che operano per le stesse finalità con prospettive creative per meglio incidere sul fronte della solidarietà, sono obiettivi del fondamentalismo islamico per motivi religiosi, e del terrorismo per motivi destabilizzanti. Non è: nè sottotraccia, nè con fare surrettizio, ma con deliberata e sfidante evidenza che Al Qaeda, sfruttando una capacità di sublimazione delle aspirazione e degli impulsi dei fondamentalisti islamici; ha pianificato, con questi fanatici, un programma strategico che prevede una serie di attentati, in varie nazioni, con l’America in corsia preferenziale. Si è rimessa in moto una macchina da guerra che, con l’episodio delle torri gemelle di New York, diede prova di grande efficienza.

Sul piano della dicotomia con i cattolici, professata dagli islamici, la Chiesa Cattolica ha risposto con la politica dell’ecumenismo, e con quella distensiva adottata da Papa Francesco, con gli auguri ai Musulmani all’inizio del Ramadan. Quale è stata la risposta ? l’attentato alla chiesa di Peshawara in Pakistan. Le vittime cattoliche sono state settantotto e centinaia di feriti.

Non si entra nel merito delle motivazioni religiose, ideologiche e politiche che scatenano tanta assurda e gratuita violenza, perchè si entrerebbe in un ginepraio di difficile agibilità e non perimetrabile entro i limiti, seppure ristretti, di una logica che ha solo del perverso e nulla che possa essere adiuvante ai fini giustificativi. Il terrorismo, con le sue stragi, ha solo scopo intimidatorio e capacità devastanti; ma non ha il crisma della convalida della necessità del suo uso per qualsiasi causa; anche la più legittima e condivisibile.

La pericolosità di questa escalation di violenza, e le minacce di Al Qaida, inducono a riflessioni che rientrano nella logica dei provvedimenti da adottare per ammortizzare i dannosi effetti di possibili attentati che non possono essere scongiurabili. Allora: se tutte le nazioni, in particolare quelle occidentali, sono nel mirino; il nostro paese, che è la “capitale” del Cristianesimo, e come tale, la sede dell’antislamismo, perchè “infedele”, secondo la concezione Maomettana, può essere obiettivo privilegiato per attentati ? Questa eventualità è ipotizzabile, ma le valutazioni di merito sono demandate agli organi preposti all’antiterrorismo.

Dando non come mera possibilità che l’Italia possa essere nel mirino degli attentatori, ma per scontato che questo latente pericolo esiste, c’è da chiedersi: con la diaspora che c’è in corso e che ha visto approdare, nel nostro paese, migliaia di migranti di tutte le nazioni dove sono in atto turbolenze politiche religiose; è possibile l’infiltrazione di terroristi ? Senza venir meno agli obblighi di umana solidarietà e di accoglienza tout-court, bisognerebbe attivare opportuni controlli. Non si vogliono alzare barricate, ma è necessario non perdere di mira la sicurezza del paese e l’incolumità dei cittadini.

Ettore Vinciguerra

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Ettore Vinciguerra

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