TERMINI IMERESE – Nel corso della mattinata di sabato i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Termini Imerese hanno deferito in stato di libertà per caccia di animali con mezzi vietati, violazione prescritta dall’art. 30 della Legge 11.02.1992 n.157 e per maltrattamento di animali, violazione prevista invece dall’art 727 del C.P., D.S., un palermitano, classe 1976.
Alle 6 circa i militari dell’Arma, impegnati nel normale svolgimento di un servizio di controllo del territorio, a seguito di segnalazione di persona sospetta effettuata da parte di personale dell’Istituto di Vigilanza Privata “Mondialpol”, si recavano in questa contrada “Buonfornello”, intercettando all’interno di un terreno adiacente la SS.113 un giovane che si aggirava con fare sospetto nel predetto terreno. Attese le circostanze di tempo e di luogo e un palese nervosismo mostrato sin da subito dal giovane, lo stesso veniva sottoposto a perquisizione personale e successivamente veniva effettuata una perquisizione veicolare anche all’auto dello stesso, una utilitaria, nel cui vano porta bagagli venivano rinvenute:
– 3 reti della lunghezza di 2 metri circa e della larghezza di 1 metro circa, oltreché pali in legno di diversa lunghezza, necessari per l’apposizione al suolo delle stesse reti, utilizzate per la cattura di fauna selvatica volatile;
– 5 gabbie per uccelli, di cui n.3 contenenti ciascuna un volatile, due dei quali utilizzati come richiami vivi.
Nella circostanza il giovane, ormai resosi conto che non poteva più nascondere il vero fine della sua passeggiata mattutina nelle campagne termitane, spostava le predette gabbie permettendo ad uno dei citati volatili, verosimilmente catturato poco prima, di spiccare il volo.
Per quanto concerne invece gli altri due volatili rinvenuti, si comprendeva ben presto, anche in ragione delle diverse gabbie in cui si trovavano, che gli stessi sarebbero stati utilizzati come richiami vivi, anche se con finalità diverse. Infatti:
in una gabbia era contenuto una femmina di cardellino, ad una delle cui zampette era stato legato una piccola cordicella, di modo che, posata in terra la gabbia e aperta una cerniera in tessuto cucita sulla stessa, l’animale poteva uscire, svolazzando in una zona alquanto limitata, ma pur sempre tale da consentire di attirare volatili maschi;
nella seconda gabbia un bastardone (incrocio tra un canarino e un cardellino) che avrebbe dovuto attirare altri volatili con il suo canto.
A seguito di contatti con personale del Corpo Forestale dello Stato si provvedeva a liberare poi i due volatili.
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