Un gruppo italiano, in uno studio coordinato e diretto da Humanitas di Milano e sostenuto da Airc (pubblicato su Nature), ha scoperto la possibile chiave nella lotta ai tumori: un gene, chiamato IL-1R8, scoperto dallo stesso team nel 1998, disattivando il quale si possono riattivare le difese naturali del nostro corpo contro il cancro, in particolari contro le metastasi al fegato e al polmone.
Si tratta di una proteina sfruttata dal cancro per frenare la risposta immunitaria e il suo proliferare, bloccando così la crescita del tumore e delle metastasi. In altri termini, c’è un potentissimo bersaglio molecolare per farmaci di nuova generazione che potrebbero cambiare radicalmente la lotta contro il cancro.
IL-1R8 è un cosiddetto ‘checkpoint’, una sorta di freno che il sistema immunitario sfrutta per funzionare al meglio, ma che il cancro, a sua volta, blocca per poter proliferare. Sono noti altri due di questi checkpoint, CTLA4 e PD-1/PD-L1, e da tempo sono bersagli di farmaci immunoterapici – come il Nivolumab – per combattere alcuni tipi di tumore, come ad esempio il melanoma. Il vantaggio di IL-1R8 è che si tratta di un checkpoint più efficace degli altri due, tenendo presente che le terapie immunoterapiche basate su CTLA4 e PD-1/PD-L1 hanno effetto solo su una parte dei pazienti, sino al 40 percento.
Spegnendo il gene legato a IL-1R8 e dunque disattivando la proteina, i ricercatori italiani hanno osservato una maggiore capacità anticancro delle cellule T e delle cosiddette Natural Killer (NK) del sistema immunitario. I test sono stati positivi sia su cellule umane in vitro che su modelli animali, in particolar modo nel contrastare il cancro al fegato, al colon e in generale i sarcomi.
Il team italiano, composto in maggioranza da donne, potrebbe dunque aver trovato la chiave di volta per contrastare il cancro, e in particolar modo i tumori solidi. Sarà tuttavia necessario attendere lo sviluppo di un farmaco mirato e i primi test clinici per avere un riscontro effettivo di questa importante scoperta. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Nature.
“Identificare l’azione di IL-1R8 come freno all’attività delle nostre cellule di difesa, in particolare delle Natural Killer (NK), presenti in sedi specifiche quali fegato e polmone ci ha permesso di vedere che, togliendo ‘il freno’, le cellule NK si attivano a difesa di questi organi contro cancro e metastasi”, ha sottolineato la dottoressa Martina Molgora, prima autrice della ricerca.
«Il nostro sistema di difesa è un po’ come una straordinaria automobile, capace di viaggiare ad elevata velocità – spiega Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas – per funzionare bene e non andare fuori strada ha bisogno di acceleratori che la fanno partire e correre, ma anche di freni che le consentono di rallentare e, quando è il caso, fermarsi».
«A volte è il tumore stesso ad utilizzare questi freni a suo vantaggio, in modo arbitrario, per bloccare le nostre difese e crescere indisturbato. La scoperta e la maggior conoscenza dei freni dell’immunità ha aperto la strada all’idea di togliere questi freni per far ripartire la risposta del nostro sistema immunitario contro i tumori» conclude.
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