Tatuaggi, una scelta “indelebile”, ma in quanti se ne pentono?

È un’usanza millenaria che nei secoli si è evoluta e trasformata. Si parla del tatuaggio, che oggi è diventato uno dei modi più gettonati per esprimere la propria personalità in maniera “indelebile”.

Proprio perché un tattoo è per sempre, sono molti i tatuaggi di cui ci si pente di aver fatto in un momento di follia o in un periodo particolare della propria vita.

Gli esempi partono dalle iniziali del fidanzato che poi divenuto ex, il tribale anni Novanta, ma anche disegni vari e parole senza senso. Uno studio condotto su 2 mila italiani tra i 18 e i 40 anni rivela che:

il 40% dei pentiti si limita a sostituire il tatuaggio con un altro;

il 34% lo vuole solo modificare;

il 25% vorrebbe proprio cancellarlo.

Uno studio rivela che i tatuaggi di cui ci si pente più spesso sono quelli con i nomi per esteso di mogli, mariti, fidanzate e fidanzati, proprio perché l’amore è sì eterno, ma può finire da un momento all’altro.

Al secondo posto troviamo i disegni fatti male dal tatuatore. A volte capita che, preso da una svista, sbaglia a riportare il modello cartaceo sulla pelle. Poi a seguire subito in elenco ci sono i seguenti tatuaggi sgraditi:

1. I tribali

2. Quelli di grandi dimensioni

3. Quelli troppo colorati

4. Gli stemmi della propria squadra del cuore

5. Le scritte goliardiche e imbarazzanti

6. Quelli che riportano ideologie politiche o religiose

7. Gli ideogrammi in cinese o giapponese di cui non si conosce nemmeno il reale significato.